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IL BURN-OUT DEL PERSONALE SOCIO-SANITARIO ED ASSISTENZIALE

UNA SOCIETA’ MENTALMENTE FATICOSA


La società odierna è fisicamente e mentalmente faticosa:
professionisti, operatori sanitari o chiunque altro, vengono spinti oltre i propri limiti più volte.

Da ciò si intuisce che ciò possa provocare, potenzialmente, il cosiddetto burnout, con importante incidenza e conseguenze negli ambiti sanitari, tanto più gli stessi professionisti abbiano fattori di esaurimento e disturbo.

Le realtà comunitarie geriatriche, perciò, sono un contesto predisponente alla sindrome, e ne costituisce un fattore di rischio;

il burn-out, a sua volta, è proprio un fattore di rischio per eventi critici ed avversi e rischi clinici, in un circolo vizioso da prevenire.



IL BURNOUT


Il lavoro è spesso fonte di preoccupazioni legate al suo stesso mantenimento, alla preoccupazione di non trovarne un altro o di trovarne uno di livello inferiore e con una retribuzione non adatta al proprio stile di vita.

Viene coinvolta anche la nostra autostima che spesso dipende anche dai risultati lavorativi ottenuti: ci capita così spesso di preoccuparci di non svolgere un lavoro in maniera perfetta, di ricevere critiche dal nostro capo, di perdere il lavoro con la conseguenza di sentirci falliti e rimuginiamo tanto tempo su quanto questo sia terribilmente ingiusto.

Sul luogo di lavoro dobbiamo essere professionali, puntuali, efficienti e con risultati costanti nel tempo: a lungo andare questo può portarci al burn-out ovvero una condizione (vera e propria sindrome) di conseguenze stress anche cronico lavoro-correlato, con conseguenze anche invalidanti che hanno diverse sfumature nelle proprie manifestazioni, quali fenomeni di:

  • affaticamento
  • delusione
  • logoramento
  • improduttività
  • Tutto questo sfocia in frustrazione e disinteresse per la propria attività professionale quotidiana.


    COME SI ARRIVA ALLA DIAGNOSI?


    Intanto è bene specificare che il burnout si riferisce soltanto al contesto lavorativo e, per definizione, non deve essere esteso ad altri ambiti della propria vita. Non va infatti confuso con disturbi specificamente associati allo stress, come nel caso, ad esempio, del disturbo post-traumatico da stress, nonostante alcune manifestazioni possano essere condivise.

    La diagnosi del burnout è stabilita da un professionista competente in materia (medico del lavoro, psichiatra, psicologo ecc.) quando il soggetto manifesta i sintomi fisici, psicologici e comportamentali tipici della sindrome.



    Questo corso ECM dal titolo IL BURN-OUT DEL PERSONALE SOCIO-SANITARIO ED ASSISTENZIALE a cura del Dott. Giacomo Seccafien tratta il rischio potenziale che riguarda qualsiasi ambito operativo, il “Burn-out” infatti viene definito come uno stress cronico correlato al lavoro.

    Una sindrome più ristretta nel burn-out, detta “del care-giver”, riguarda nello specifico coloro i quali prestano il proprio servizio nell’assistenza, nella cura e/o nella riabilitazione di una persona con disabilità (cognitiva, neurologica, motoria ecc:), sia come professionisti che come familiari o domiciliari non retribuiti.

    Fattori che condizionano e prognosticano il problema possono essere, rispettivamente, una retribuzione non adeguata, un carico di lavoro pesante, un’alienazione della persona, la mancata condivisione e rispetto dei valori di mission del proprio essere, e nel secondo caso si aggiunge – tra i tanti – anche la sfumatura emotiva del “credere di non fare abbastanza”.
    Intuibile è come il lavoro nelle realtà comunitarie sanitarie con pazienti non autosufficienti (in primis le Rsa, i Cdr, gli Ospedali di comunità) sia un florilegio dei fattori di rischio intrinseci, ai quali si aggiungono elevatissime inferenze e disturbo acustico, con concreta probabilità di somatizzare tali “input” faticosi da tollerare ed elaborare in un burn-out sia primario che “del care-giver”.

    Il lavoratore è dunque esposto ad un pericolo per sè stesso, che condizionerà la prevenzione clinica sugli assistiti, al quale deve saper far fronte attraverso la consapevolezza della sindrome, la conoscenza dell’utenza e delle proprie più profonde caratteristiche che si manifestano in difficoltà di cura e gestione, nonchè le strategie per interpretare gli stimoli disturbanti ricevuti in un punto di forza e stimolo della propria professione.

    Cliccando QUI potrai accedere a questo corso ECM FAD che potrai seguire ONLINE e del quale potrai scaricare o ricevere il certificato via email.

    Il corso è così suddiviso:

    Il corso è così suddiviso:

    MODULO 1: Definizione di “Burn-out”
    MODULO 2: Fattori di rischio
    MODULO 3: Fattori di rischio specifici della sindrome da burnout del care-giver in ambito sanitario disturbante
    MODULO 4: Il ruolo della demenza nel condizionamento dello stress lavoro-correlato
    MODULO 5: I sintomi e gli effetti della sindrome del burnout
    MODULO 6: Quali sono le conseguenze del burn-out in generale e nello specifico del lavoro con le demenze
    MODULO 7: Come valutare e prevenire il burn-out in generale negli ambienti di lavoro;
    MODULO 8: Esempi di prevenzione del burn-out, in particolare, in Rsa;
    MODULO 9: Trattamento della sindrome da burnout in ambito sanitario e sociale
    MODULO 10: La prevenzione del rischio clinico come intervento nel Burnout ed accompagnamento al cambiamento

    QUESTIONARIO ECM

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    La prova di apprendimento potrà essere effettuata al termine del corso, dopo aver seguito le lezioni.

    La prova di apprendimento consisterà in un questionario, a risposta multipla con 4 possibilità di risposta di cui una sola giusta e con doppia randomizzazione delle domande per un totale di 45 domande.

    La soglia di superamento prevista è del 75%.

    SONO POSSIBILI 5 TENTATIVI

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