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IL BURN-OUT DEL PERSONALE SOCIO-SANITARIO ED ASSISTENZIALE

UNA SOCIETA’ MENTALMENTE FATICOSA


La società odierna è fisicamente e mentalmente faticosa:
professionisti, operatori sanitari o chiunque altro, vengono spinti oltre i propri limiti più volte.

Da ciò si intuisce che ciò possa provocare, potenzialmente, il cosiddetto burnout, con importante incidenza e conseguenze negli ambiti sanitari, tanto più gli stessi professionisti abbiano fattori di esaurimento e disturbo.

Le realtà comunitarie geriatriche, perciò, sono un contesto predisponente alla sindrome, e ne costituisce un fattore di rischio;

il burn-out, a sua volta, è proprio un fattore di rischio per eventi critici ed avversi e rischi clinici, in un circolo vizioso da prevenire.



IL BURNOUT


Il lavoro è spesso fonte di preoccupazioni legate al suo stesso mantenimento, alla preoccupazione di non trovarne un altro o di trovarne uno di livello inferiore e con una retribuzione non adatta al proprio stile di vita.

Viene coinvolta anche la nostra autostima che spesso dipende anche dai risultati lavorativi ottenuti: ci capita così spesso di preoccuparci di non svolgere un lavoro in maniera perfetta, di ricevere critiche dal nostro capo, di perdere il lavoro con la conseguenza di sentirci falliti e rimuginiamo tanto tempo su quanto questo sia terribilmente ingiusto.

Sul luogo di lavoro dobbiamo essere professionali, puntuali, efficienti e con risultati costanti nel tempo: a lungo andare questo può portarci al burn-out ovvero una condizione (vera e propria sindrome) di conseguenze stress anche cronico lavoro-correlato, con conseguenze anche invalidanti che hanno diverse sfumature nelle proprie manifestazioni, quali fenomeni di:

  • affaticamento
  • delusione
  • logoramento
  • improduttività
  • Tutto questo sfocia in frustrazione e disinteresse per la propria attività professionale quotidiana.


    COME SI ARRIVA ALLA DIAGNOSI?


    Intanto è bene specificare che il burnout si riferisce soltanto al contesto lavorativo e, per definizione, non deve essere esteso ad altri ambiti della propria vita. Non va infatti confuso con disturbi specificamente associati allo stress, come nel caso, ad esempio, del disturbo post-traumatico da stress, nonostante alcune manifestazioni possano essere condivise.

    La diagnosi del burnout è stabilita da un professionista competente in materia (medico del lavoro, psichiatra, psicologo ecc.) quando il soggetto manifesta i sintomi fisici, psicologici e comportamentali tipici della sindrome.



    Questo corso ECM dal titolo IL BURN-OUT DEL PERSONALE SOCIO-SANITARIO ED ASSISTENZIALE a cura del Dott. Giacomo Seccafien tratta il rischio potenziale che riguarda qualsiasi ambito operativo, il “Burn-out” infatti viene definito come uno stress cronico correlato al lavoro.

    Una sindrome più ristretta nel burn-out, detta “del care-giver”, riguarda nello specifico coloro i quali prestano il proprio servizio nell’assistenza, nella cura e/o nella riabilitazione di una persona con disabilità (cognitiva, neurologica, motoria ecc:), sia come professionisti che come familiari o domiciliari non retribuiti.

    Fattori che condizionano e prognosticano il problema possono essere, rispettivamente, una retribuzione non adeguata, un carico di lavoro pesante, un’alienazione della persona, la mancata condivisione e rispetto dei valori di mission del proprio essere, e nel secondo caso si aggiunge – tra i tanti – anche la sfumatura emotiva del “credere di non fare abbastanza”.
    Intuibile è come il lavoro nelle realtà comunitarie sanitarie con pazienti non autosufficienti (in primis le Rsa, i Cdr, gli Ospedali di comunità) sia un florilegio dei fattori di rischio intrinseci, ai quali si aggiungono elevatissime inferenze e disturbo acustico, con concreta probabilità di somatizzare tali “input” faticosi da tollerare ed elaborare in un burn-out sia primario che “del care-giver”.

    Il lavoratore è dunque esposto ad un pericolo per sè stesso, che condizionerà la prevenzione clinica sugli assistiti, al quale deve saper far fronte attraverso la consapevolezza della sindrome, la conoscenza dell’utenza e delle proprie più profonde caratteristiche che si manifestano in difficoltà di cura e gestione, nonchè le strategie per interpretare gli stimoli disturbanti ricevuti in un punto di forza e stimolo della propria professione.

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    Il corso è così suddiviso:

    Il corso è così suddiviso:

    MODULO 1: Definizione di “Burn-out”
    MODULO 2: Fattori di rischio
    MODULO 3: Fattori di rischio specifici della sindrome da burnout del care-giver in ambito sanitario disturbante
    MODULO 4: Il ruolo della demenza nel condizionamento dello stress lavoro-correlato
    MODULO 5: I sintomi e gli effetti della sindrome del burnout
    MODULO 6: Quali sono le conseguenze del burn-out in generale e nello specifico del lavoro con le demenze
    MODULO 7: Come valutare e prevenire il burn-out in generale negli ambienti di lavoro;
    MODULO 8: Esempi di prevenzione del burn-out, in particolare, in Rsa;
    MODULO 9: Trattamento della sindrome da burnout in ambito sanitario e sociale
    MODULO 10: La prevenzione del rischio clinico come intervento nel Burnout ed accompagnamento al cambiamento

    QUESTIONARIO ECM

    TEST DI VALUTAZIONE FINALEQUESTIONARIO DI VALUTAZIONE FINALE A RISPOSTA MULTIPLA

    Il corso è perfettamente compatibile con tutti i dispositivi e device.

    La prova di apprendimento potrà essere effettuata al termine del corso, dopo aver seguito le lezioni.

    La prova di apprendimento consisterà in un questionario, a risposta multipla con 4 possibilità di risposta di cui una sola giusta e con doppia randomizzazione delle domande per un totale di 45 domande.

    La soglia di superamento prevista è del 75%.

    SONO POSSIBILI 5 TENTATIVI

    Il corso darà diritto a ben 15 crediti ECM previo superamento del prova finale.


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    LA GESTIONE PROFESSIONALE DEI TESSUTI PERIMPLANTARI: MUCOSITI E PERIMPLANTITI

    DIETRO AD UN BEL SORRISO


    Sono alla base di un bel sorriso!

    I denti sono composti da tessuto vivo, da vascolarizzazioni e da terminazioni nervose e ci servono per afferrare, trinciare e masticare il cibo, ma non solo! Una funzione poco conosciuta è quella di modulatori fonetici.

    28 o 32 nell’uomo (a seconda della presenza dei “denti del giudizio”) hanno una struttura caratterizzata da:

    CORONA: porzione che emerge dalla gengiva
    RADICE: nascosta dalla corona stessa, è la parte che si insedia nell’osso
    SMALTO: posto sopra la corona
    DENTINA: strato sotto lo smalto e ricoperta da un sottile velo di cemento
    POLPA: nella loggia più interna e in cui circolano i vasi di alimentazione e i nervi di sensibilità.



    DENTI, SPECCHIO DI SALUTE


    Il rapporto tra i denti e la salute è stretto e articolato.

    1. I denti sono fondamentali per iniziare il processo digestivo: grazie ad essi il cibo viene masticato ed imbevuto di saliva che inizia la digestione grazie ai suoi enzimi. Una masticazione corretta riduce il carico di lavoro dello stomaco.
    2. I denti svolgono anche un ruolo piuttosto importante nel mantenimento della postura. Se le arcate superiori ed inferiori non combaciano, può avvenire un’alterazione delle contrazioni muscolari di stabilizzazione, con ripercussioni sulla colonna vertebrale.
    3. I denti rappresentano una fonte di accesso diretto per i batteri verso il circolo sanguigno, anche per questo è importantissimo mantenere una buona igiene orale.

    DENTI, AVERNE CURA


    Le statistiche mostrano che il 69% degli adulti di età compresa tra 35-44 anni hanno perso almeno un dente per un incidente, malattia, carie dentaria o altro.

    Inoltre, dopo i 74 anni, il 26% degli adulti ha perso tutti i denti permanenti.

    Venti anni fa, questi pazienti non avrebbero avuto altra scelta che ricorrere ad un ponte fisso o ad una protesi rimovibile per ripristinare la loro capacità di mangiare, parlare in modo chiaro e sorridere.

    I ponti fissi e le protesi rimovibili, tuttavia, non sono la soluzione perfetta e spesso portano con sè una serie di altri problemi.

    Oggi c’è un’altra opzione per i pazienti a cui mancano i denti permanenti: l’implantologia dentale o implantologia dentaria.


    LA GESTIONE PROFESSIONALE DEI TESSUTI PERIMPLANTARI: MUCOSITI E PERIMPLANTITI. Approfondisci il tema di questo articolo con un interessante e completo corso ECM FAD da 15 crediti


    Questo corso ECM dal titolo LA GESTIONE PROFESSIONALE DEI TESSUTI PERIMPLANTARI: MUCOSITI E PERIMPLANTITI a cura della Dr.ssa Giuliana Bontà, Dr.ssa Cristina Comi, Dr. Riccardo Scaringi ci racconta come l’utilizzo degli impianti dentali ha modificato radicalmente l’approccio terapeutico in odontoiatria e ha apportato un elevato grado di soddisfazione nei pazienti.

    Questo successo, tuttavia, ha condotto a un ricorso a volte eccessivo di tali presidi con un conseguente aumento di prevalenza delle complicanze a loro carico.

    Tra le problematiche a carico degli impianti dentali, la perimplantite rappresenta una patologia ad eziologia infettivo-infiammatoria che coinvolge i tessuti circondanti gli impianti dentali con progressiva perdita ossea intorno alla struttura protesica.

    Il paziente deve essere istruito e responsabilizzato a mantenere nel tempo una scrupolosa igiene orale domiciliare anche nel sito riabilitato.
    È di fondamentale importanza eseguire un attento esame obiettivo e strumentale al fine di evitare il ritardo diagnostico, che può minare i risultati terapeutici successivi. Per di più il trattamento risulta spesso di difficile gestione.

    Il presente corso vuole offrire una panoramica sulla modalità di gestione delle patologie perimplantari offrendo anche una descrizione chiara e precisa dell’anatomia e della struttura del tessuto perimplantare, nonché dei fattori eziologici e patogenetici associati alla perimplantite.

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    Il corso è così suddiviso:

    MODULO 1 – Anatomia e fisiologia ossea del sito implantare
    MODULO 2- Metodiche implantari
    MODULO 3- Caratteristiche implanto-protesiche
    MODULO 4 – Patologie perimplantari
    MODULO 5 – Mantenimento igiene domiciliare
    MODULO 6 – Metodologie e trattamenti perimplantari – Protocollo CIST

    QUESTIONARIO ECM

    Elenco lezioni
    LA GESTIONE PROFESSIONALE DEI TESSUTI PERIMPLANTARI – Introduzione
    LA GESTIONE PROFESSIONALE DEI TESSUTI PERIMPLANTARI – MODULO 1
    LA GESTIONE PROFESSIONALE DEI TESSUTI PERIMPLANTARI – MODULO 2
    LA GESTIONE PROFESSIONALE DEI TESSUTI PERIMPLANTARI – MODULO 3
    LA GESTIONE PROFESSIONALE DEI TESSUTI PERIMPLANTARI – MODULO 4
    LA GESTIONE PROFESSIONALE DEI TESSUTI PERIMPLANTARI – MODULO 5
    LA GESTIONE PROFESSIONALE DEI TESSUTI PERIMPLANTARI – MODULO 6

    TEST DI VALUTAZIONE FINALEQUESTIONARIO DI VALUTAZIONE FINALE A RISPOSTA MULTIPLA

    Il corso è perfettamente compatibile con tutti i dispositivi e device.

    La prova di apprendimento potrà essere effettuata al termine del corso, dopo aver seguito le lezioni.

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    ACCEDI AL CORSO ECM

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    GLI SMARTFOOD: UTILITÀ IN UNA SANA ALIMENTAZIONE

    Molti studi oggi indicano con certezza che l’alimentazione sana è in grado di salvaguardare il nostro corpo dall’insorgenza delle malattie, una sana alimentazione deve diventare una routine quotidiana e deve essere adottata fin dalla più tenera età, ma non è mai troppo tardi per cambiare menu.
    Un regime dietetico adeguato ed equilibrato non solo garantisce un apporto di nutrienti ottimale, in grado di soddisfare i fabbisogni dell’organismo, ma permette anche di ricevere sostanze che svolgono un ruolo protettivo e/o preventivo nei confronti di determinate condizioni patologiche.

    SENILITÀ: alimentazione e integrazione nella prevenzione delle patologie neurodegenerative

    TERZA ETA’: STILE DI VITA


    Adottare uno stile di vita sano e un’alimentazione corretta: due principi che valgono in ogni momento di vita, ma la loro importanza aumenta con l’avanzare dell’età.

    Con la terza età si rischia di incorrere nella carenza dei micronutrienti necessari al sostentamento dell’individuo.

    Gli anziani che vivono da soli spesso faticano al pensiero di poter consumare dei pasti completi facendo sì che l’invecchiamento sia accompagnato da un generale indebolimento del corpo e una riduzione delle funzionalità fisiologiche, andando incontro a scarsa idratazione e rotture ossee a causa della loro scarsa mineralizzazione.

    La rottura del femore erroneamente attribuita ad una caduta, ne è l’esempio più palese.



    COME CONTRASTARE L’INVECCHIAMENTO?


    Adottare un’alimentazione completa per soddisfare le esigenze dell’organismo è essenziale, ma può essere necessario arricchirla con l’assunzione di integratori che abbiano un alto contenuto di micronutrienti.

    Mantenere uno stile di vita sano è importante cominciando dall’evitare il fumo di sigarette e l’abuso di alcol. Chi ha fumato o fumato per quarant’anni della propria vita avrà sicuramente apportato danni alle funzioni respiratorie e cardiocircolatorie, ma abbandonando la sigaretta si possono limitare molte conseguenze negative, a qualunque età.

    L’alimentazione sana è la miglior medicina per invecchiare bene. Una buona dieta per gli anziani dovrebbe essere varia e ricca di vegetali limitando il consumo di alimenti grassi e facendo attenzione al consumo di sale e di cibi salati e preconfezionati.

    Conduciamo una vita sedentaria fin da giovani: è un problema per l’uomo a qualsiasi età, ma da anziani bisogna cercare di muoversi svolgendo un’attività fisica adeguata alle proprie condizioni di salute: le camminate, la bicicletta, il nuoto e la ginnastica dolce sono ottimi consigli, laddove non è il nostro medico a sconsigliarli.

    L’attività fisica, oltre a favorire la salute del corpo, infatti, aiuta il benessere dello spirito.


    LE PATOLOGIE NEURODEGENATIVE


    Le malattie neurodegenerative sono un insieme di patologie caratterizzate da un’irreversibile e progressiva perdita di cellule neuronali in determinate aree del cervello.

    Le cause di insorgenza sono ancora poco chiare ma si ritiene che nel loro sviluppo vi sia il coinvolgimento di più fattori tra cui quelli di origine genetica ed ereditaria, e quelli di tipo ambientale.

    Di certo uno stile di vita sano aiuta nella prevenzione.

    Le patologie più comuni che affronteremo nel corso sono:

    • Morbo di parkinson
    • Demenza vascolare
    • Demenza senile
    • SLA (sclerosi laterale amiotrofica)

    SENILITÀ: alimentazione e integrazione nella prevenzione delle patologie neurodegenerative. Approfondisci il tema di questo articolo con un interessante e completo corso ECM FAD da 20 crediti


    Questo corso ECM dal titolo SENILITA’: ALIMENTAZIONE E INTEGRAZIONE NELLA PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE NEURODEGENERATIVEa cura della DOTT.SSA SHUELA CURATOLA sostiene che la prevenzione delle malattie neurodegenerative passa da una dieta povera di zuccheri, grassi, sale e proteine animali, dall’assenza del fumo, dell’abuso di alcool e dalla pratica di attività sportiva.

    Per questo motivo dobbiamo dare via libera al consumo di frutta e verdura e all’attività fisica, non solo per mantenere il peso nei limiti, ma anche per la salute della mente che porta a limitare l’infiammazione corporea riducendo il rischio delle malattie neurodegenerative.

    È ormai da tempo dimostrato che un regime alimentare povero di zuccheri semplici, sale, grassi e proteine animali ha un effetto protettivo sulla fitta rete di neuroni, in più bastano 30-40 minuti al giorno di camminata veloce per migliorare la circolazione sanguigna e rendere così più adeguato l’apporto di ossigeno e glucosio alle cellule nervose.

    Ma non solo, diamo anche il via libera a sport come nuoto, passeggiate in bicicletta, jogging: tutto, in considerazione dell’età e delle condizioni fisiche, aiuta a mantenere la mente in salute.

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    Il corso è così suddiviso:

    MODULO 1: ANATOMIA
    Capitolo 1: Scheletro e articolazioni
    Capitolo 2: Sistema muscolare
    Capitolo 3: Apparato digerente
    Capitolo 4: Sistema nervoso
    Capitolo 5: Apparato cardiocircolatorio
    Capitolo 6: Sistema nervoso

    MODULO 2: PRINCIPI NUTRITIVI
    Capitolo 7: Principi nutritivi organici
    – glucidi,
    – lipidi,
    – proteine,
    Capitolo 8: Principi nutritivi inorganici (Vitamine)
    Capitolo 9: Principi nutritivi inorganici (sali minerali e acqua)

    MODULO 3: ALIMENTAZIONE
    Capitolo 10: I 7 gruppi degli alimenti secondo INN
    – gruppo 1: carne, pesce, uova
    – gruppo 2: latte e derivati
    – gruppo 3: cereali e tuberi
    – gruppo 4: legumi
    – gruppo 5: grassi da condimento
    – gruppo 6 -7: frutta e verdura

    MODULO 4: PATOLOGIE NEURODEGENERATIVE (I° – II° PARTE)
    Capitolo 11:
    – osteoporosi
    – artrosi
    – artrite reumatoide
    – Alzheimer
    Capitolo 12:
    – Morbo di Parkinson
    – Demenza vascolare
    – Demenza senile
    – SLA

    MODULO 5: ALIMENTAZIONE NELLE PATOLOGIE NEURODEGENERATIVE E NELLA LORO PREVENZIONE
    Capitolo 13: Alimenti concessi e vietati nelle patologie neurodegenerative

    MODULO 6: INTEGRAZIONE
    Capitolo 14: Integratori utili nelle patologie e nella loro prevenzione
    – amminoacidi ramificati
    – curcuma
    – omega tre
    – zenzero
    – calcio
    – zinco
    – vitamine C, E, B, D
    – condroitin solfato
    – magnesio
    – probiotici
    – prebiotici

    TEST DI VALUTAZIONE FINALEQUESTIONARIO DI VALUTAZIONE FINALE A RISPOSTA MULTIPLA

    Il corso è perfettamente compatibile con tutti i dispositivi e device.

    La prova di apprendimento potrà essere effettuata al termine del corso, dopo aver seguito le lezioni.

    La prova di apprendimento consisterà in un questionario composto da 60domande.

    La soglia di superamento prevista è del 75%. E’ prevista una doppia randomizzazione delle domande.

    SONO POSSIBILI 5 TENTATIVI

    Il corso darà diritto a ben 20 crediti ECM previo superamento del prova finale.


    ACCEDI AL CORSO ECM

    Cos’è IKOS ECM?


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    SPORT: IL GIUSTO INTRECCIO TRA ALIMENTAZIONE, SALUTE E INTEGRAZIONE

    UNA BUONA PRATICA SPORTIVA PARTE DALLA TAVOLA


    Già, perchè fare sport non è sufficiente. E’ necessario anche imparare ad alimentarsi e idratarsi in maniera adeguata, consiglio adeguato anche per chi fa una vita sedentaria, la differenza sta nella  quantità di calorie che deve essere introdotto quotidianamente per soddisfare la maggior richiesta di energia portata dal lavoro muscolare.

    Il fabbisogno calorico di uno sportivo può oscillare dalle 2.000 alle 5.000 kcal al giorno a seconda del sesso, dell’età e dell’intensità e durata dello sforzo sostenuto.

    E’ necessario mantenere una dieta bilanciata, armonica, con la giusta ripartizione tra i nutrienti.

    Nello specifico sono necessari:

    • Carboidrati
    • Proteine
    • Lipidi Totali
    • Minerali
    • Vitamine
    • Acqua


    PERCHE’ E’ IMPORTANTE ALIMENTARSI IN MODO ADEGUATO SE SI FA SPORT?


    Una dieta corretta fornisce attraverso gli alimenti le molecole utili per svolgere le funzioni fisiologiche, promuove un incremento della massa muscolare, ottimizza il lavoro fisico, reintegra infine le perdite dovute allo stress fisico e mentale dell’atleta.

    ll corretto metabolismo dei macronutrienti (carboidrati, proteine e grassi) per produrre energia rappresenta un processo fondamentale per fornire agli atleti la forza necessaria per un corretto svolgimento delle attività, sia durante l’allenamento che in gara.

    Per chi pratica sport, il fabbisogno calorico giornaliero può variare dalle 2.000 alle 5.000kcal a seconda del sesso, dell’età o in base all’intensità e durata dello sforzo sostenuto. Il concetto di “bilancio energetico” esprime la necessità di introdurre una maggiore quantità di alimenti in proporzione all’attività svolta e all’energia consumata. In alcuni casi, uno stile di vita stressante, un’intensa attività lavorativa, ritmi frenetici e sregolati rendono difficile seguire un’alimentazione corretta ed equilibrata, riducendo la possibilità di fornire, attraverso la dieta, un apporto bilanciato di nutrienti indispensabili per il benessere e per il corretto svolgimento delle attività.


    SPORT E INTEGRAZIONE ALIMENTARE


    L’integrazione alimentare nello sport è un concetto molto delicato: c’è chi ripone negli integratori alimentari per lo sport un eccesso di fiducia, chi li confonde con prodotti dopanti e chi si preoccupa eccessivamente di eventuali effetti collaterali.

    E’ bene chiarire, innanzitutto, che non esistono integratori alimentari per lo sport in grado di determinare rapidi cali di peso o promuovere vistosi incrementi della perfomance atletica. Le sostanze in grado di mantenere queste promesse sono poche, appartengono alla categoria dei farmaci e, come tali, hanno effetti collaterali particolarmente deleteri per la salute di chi le utilizza.

    Solo il ricorso ad un adeguato programma di allenamento, associato ad una dieta corretta, eventualmente coadiuvata da un utilizzo responsabile di integratori alimentari per lo sport, permette di ottenere risultati apprezzabili e stabili nel tempo.


    SPORT: IL GIUSTO INTRECCIO TRA ALIMENTAZIONE, SALUTE E INTEGRAZIONE. Approfondisci il tema di questo articolo con un interessante e completo corso ECM FAD da 20 crediti


    Questo corso ECM dal titolo SPORT: IL GIUSTO INTRECCIO TRA ALIMENTAZIONE, SALUTE E INTEGRAZIONE , a cura della DOTT.SSA SHUELA CURATOLA parla di come l’alimentazione, nelle sue molteplici sfaccettature, sia la base di qualunque pratica sportiva.

    Ormai l’alimentazione è alla base della preparazione di ogni sportivo. Molti anni fa si riteneva che lo sportivo, rispetto alla persona non sportiva, necessitasse semplicemente di un maggior apporto di nutrienti finalizzato esclusivamente a compensare il maggior dispendio energetico.

    Oggi, invece, si sa che l’alimentazione dev’essere personalizzata in base alle esigenze specifiche dell’atleta in termini di composizione di macro e micronutrienti, e differenziata a seconda dell’obiettivo che può variare dall’aumento della massa muscolare al miglioramento della capacità aerobica.

    ll corso descrive i principi nutritivi e le loro funzioni nell’organismo, una sezione è dedicata al metabolismo corporeo, fondamentale per una corretta assunzione dei nutrienti; saranno evidenziate le differenze fra il metabolismo basale e di attività.

    Saranno presi in esame i singoli principi nutritivi, ponendo attenzione alle calorie fornite da ognuno ed alle loro qualità nutrizionali, alle loro molteplici funzioni all’interno dell’organismo. In particolare, l’importanza dell’assunzione dell’acqua, essendo il principale costituente (60-65%) del nostro corpo, il fabbisogno glucidico e lipidico in relazione alle esigenze energetiche, quello proteico per l’accrescimento ed il rinnovamento tissutale, dei Sali minerali e delle vitamine come regolatori delle funzioni metaboliche dell’organismo.

    Per ottenere risultati efficaci e duraturi in palestra è indispensabile parametrare ogni aspetto dell’attività sportiva e dello stile di vita condotta dal praticante, intervenendo tanto sul fisico, attraverso una corretta esecuzione degli esercizi, quanto sulla corretta nutrizione, attraverso un adeguato regime alimentare e una mirata integrazione e supplementazione.
    Il corso si propone l’obiettivo di fornire conoscenze fondamentali di nutrizione e di integrazione alimentare per una corretta pratica sportiva.

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    Il corso è così suddiviso:

    MODULO 1: INTRODUZIONE ALL’ALIMENTAZIONE
    •Capitolo 1: definizioni utili, glucidi, lipidi, proteine
    •Capitolo2: vitamine
    •Capitolo 3: sali minerali
    •Capitolo 4: acqua

    MODULO 2: SALUTE
    •Capitolo 1: indice e carico glicemico
    •Capitolo 2: metabolismo
    •Capitolo 3: equilibrio acido base nel corpo
    •Capitolo 4: bicarbonato di sodio
    •Capitolo 5: sudorazione
    •Capitolo 6: ritenzione idrica nello sportivo e disidratazione
    •Capitolo 7: normative
    •Capitolo 8: supercompensazione

    MODULO 3: INTEGRAZIONE
    •Capitolo 1: integrazione alimentare
    •Capitolo 2: integratori utilizzati nello sport

    MODULO 4: ALIMENTAZIONE SPORTIVA
    •Capitolo 1: Visita medico sportiva
    •Capitolo 2: Classificazione delle attività sportive: aerobiche, anaerobiche, di destrezza, di potenza
    •Capitolo 3: Metabolismo del corpo
    •Capitolo 4: Esempi di alimentazione nelle gare di endurance come la maratona

    TEST DI VALUTAZIONE FINALEQUESTIONARIO DI VALUTAZIONE FINALE A RISPOSTA MULTIPLA

    Il corso è perfettamente compatibile con tutti i dispositivi e device.

    La prova di apprendimento potrà essere effettuata al termine del corso, dopo aver seguito le lezioni.

    La prova di apprendimento consisterà in un questionario composto da 60domande.

    La soglia di superamento prevista è del 75%. E’ prevista una doppia randomizzazione delle domande.

    SONO POSSIBILI 5 TENTATIVI

    Il corso darà diritto a ben 20 crediti ECM previo superamento del prova finale.


    ACCEDI AL CORSO ECM

    Cos’è IKOS ECM?


    IkosECM.it è la piattaforma n° 1 per acquisire crediti ECM a distanza accreditati a livello nazionale attraverso molti corsi di qualità a prezzi davvero competitivi.

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    VALUTAZIONE E RIABILITAZIONE DEI PAZIENTI CON GCA

    Grave Cerebrolesione Acquisita: cos’è?


    Per grave cerebrolesione acquisita (GCA) si intende un danno cerebrale, di origine traumatica o di altra natura, tale da determinare una condizione di coma, più o meno protratto, e menomazioni senso-motorie, cognitive o comportamentali, che comportano disabilità grave.



    EPIDEMIOLOGIA


    Il numero di soggetti con GCA è in costante aumento, tanto che questa problematica rappresenta una delle cause principali di disabilità fisica, cognitiva, psicologica e una delle più importanti limitazioni alla partecipazione sociale nelle persone in giovane età.

    Le gravi cerebrolesioni determinano spesso un drammatico cambiamento dello stile di vita della persona che ne è affetta, nonché profondi sconvolgimenti dell’intero nucleo familiare e costi molto elevati, sia a carico dell’individuo che della società.

    ALCUNI NUMERI IN ITALIA:

    • Ogni anno 20.000 persone entrano in coma a causa di incidenti stradali, ictus,arresti cardiaci, aneurismi, intossicazioni
    • 1/3 non riporta esiti
    • 2/3 in parte residuano danni permanenti
    • Circa 500 di questi riportano un coma prolungato che può evolvere in statovegetativo con durata variabile, talvolta permanente
    • Incidenza: 0.7-1.1/100.000 abitanti
    • Prevalenza: 2-3/100.000 abitanti

    GCA: LE CAUSE


    Il GCA può portare a lesioni acute dovute da cause traumatiche come incidenti stradali, ferite di arma da fuoco o altri eventi imprevisti, oppure da cause non traumatiche come encefalopatia o tumori.


    LA SCALA LEVEL OF COGNITIVE FUNCTIONING (LCFS)


    La scala Level of Cognitive Functioning (LCFS) è uno strumento utilizzato per valutare il recupero della coscienza e delle funzioni cognitive nei pazienti post-coma (Hagen et al , 1972)

    È stata sviluppata per pianificare il trattamento, monitorare il recupero e classificare gli outcome su differenti livelli.

    Il ripristino delle capacità attentive è un prerequisito fondamentale per favorire il passaggio da un livello a quello successivo.

    L’uso della scala permette di classificare le difficoltà e le abilità residue del paziente sulla base di una scala a dieci livelli che vanno da Persona completamente non responsiva a qualsiasi tipo di stimolo fino a persona indipendente con adattamenti.


    COMPETIZIONE? UN ISTINTO CHE VIENE DA LONTANO

    VALUTAZIONE E RIABILITAZIONE DEI PAZIENTI CON GCA. Approfondisci il tema di questo articolo con un corso specialistico ECM FAD da 10 crediti


    Questo corso ECM dal titolo VALUTAZIONE E RIABILITAZIONE DEI PAZIENTI CON GCA – OLTRE LE EVIDENZE: UNA PANORAMICA DEI PIÙ RECENTI APPROCCI ALLA VALUTAZIONE E RIABILITAZIONE DEI PAZIENTI CON GCA, A cura della Prof.ssa Marina Zettin e della Dott.ssa Valentina Galetto, ha lo scopo di fornire nuove informazioni teoriche sulla gestione del paziente con Grave Cerebrolesione Acquisita (GCA).

    Il focus verterà sulla riabilitazione dei deficit attentivi, essendo l’attenzione una core function necessaria per il controllo ed il corretto funzionamento delle altre funzioni cognitive superiori (un deficit di attenzione compromette, difatti, anche quest’ultime).

    Attraverso l’analisi delle conclusioni ottenute negli ultimi anni fino al 2010, in seguito alle varie Conferenze Nazionali di Consenso per la riabilitazione delle sequele post-GCA, si passeranno in rassegna alcuni dei nuovi approcci riabilitativi, costruiti al fine di ottenere strumenti d’intervento sempre più mirati alla reintegrazione delle funzioni deficitarie dei pazienti.

    Cliccando QUI potrai accedere a questo corso ECM FAD che potrai seguire ONLINE e del quale potrai scaricare o ricevere il certificato via email.

    Il corso è così suddiviso:

    PREMESSA
    MODULO 1 – L’ATTENZIONE
    MODULO 2 – LE GRAVI CEREBROLESIONI ACQUISITE: VALUTAZIONE e RIABILITAZIONE
    MODULO 3 – NUOVE PROPOSTE RIABILITATIVE LIVELLI 2-3 LCF
    MODULO 4 – NUOVE PROPOSTE RIABILITATIVE LIVELLO 4 LCF
    MODULO 5 – NUOVE PROPOSTE RIABILITATIVE LIVELLI 5-6 LCF
    MODULO 6 – NUOVE PROPOSTE RIABILITATIVE LIVELLI 7-8-9-10 LCF
    MODULO 7 – GESTIONE MEDICA DEI DISTURBI ATTENZIONALI: FARMACI PRO E CONTRO

    TEST DI VALUTAZIONE FINALE

    Il corso è perfettamente compatibile con tutti i dispositivi e device.

    La prova di apprendimento potrà essere effettuata al termine del corso, dopo aver seguito le lezioni.

    La prova di apprendimento consisterà in un questionario composto da 30domande.

    La soglia di superamento prevista è del 75%. E’ prevista una doppia randomizzazione delle domande.

    SONO POSSIBILI 5 TENTATIVI

    Il corso darà diritto a ben 10 crediti ECM previo superamento del prova finale.


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    BENESSERE E STRATEGIE D’INCREMENTO DELLA PERFORMANCE SPORTIVA E DEL GRUPPO

    Nelson Mandela, grande leader, amante dello sport, promotore di pace e integrazione etnica, fautore di cambiamenti epocali, ha detto:

    «Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di suscitare emozioni. Ha il potere di unire le persone come poche altre cose al mondo. Parla ai giovani in un linguaggio che capiscono. Lo sport può creare speranza, dove prima c’era solo disperazione. È più potente di qualunque governo nel rompere le barriere razziali. Lo sport ride in faccia ad ogni tipo di discriminazione».



    COMPETIZIONE? UN ISTINTO CHE VIENE DA LONTANO


    L’essere umano ha il 40% di patrimonio genetico in comune con alghe unicellulari (creature fondamentali per mantenere l’omeostasi e quindi l’equilibrio dell’ecosistema in cui vivono) e ne condivide il 99% con gli scimpanzé bonobo, mammiferi in grado di usare utensili.

    Infatti tra gli scimpanzé bonobo regna la competizione sia nel branco, per stabilire una gerarchia, sia con individui esterni contro cui conducono vere e proprie azioni di guerra, usando anche bastoni e pietre come armi.

    L’uomo, come i bonobo, tende a competere per adattarsi all’ambiente, per adattare a sé l’ambiente, per prevalere sugli altri a livello territoriale e prestazionale. E in modo più raffinato rispetto agli scimpanzè, arriva a competere in politica, nel lavoro, nello sport.


    ESSERI INDIVIDUALI O SOCIALI?


    Alcuni mammiferi conducono la propria esistenza prevalentemente in modo individuale. Tigri e orsi, ad esempio, si uniscono solo per l’accoppiamento e poi si separano. È solo la madre a provvedere alla cura della prole.

    Un maschio, spinto dal proprio egoismo genetico, se individua una femmina con un cucciolo concepito con un altro maschio, può tentare di uccidere il piccolo per far sì che la femmina vada di nuovo in calore. Così può avere l’opportunità di accoppiarsi con lei per trasmettere i propri geni all’eventuale nuovo nato.

    Altri mammiferi, tra cui l’uomo, conducono invece un’esistenza molto ricca da un punto di vista sociale.

    Tra i mammiferi sociali come l’uomo, il nucleo della relazionalità intraspecie è proprio la coppia. Poi le relazioni si allargano a nucleo familiare, famiglia estesa, tribù, gruppo lavorativo, sportivo, politico, religioso, linguistico, etnico ecc.

    Le cure parentali sono spesso condivise tra maschio e femmina e il branco stesso può contribuire ad alimentazione, cura, educazione e sicurezza dei piccoli. Il gruppo garantisce protezione genetica, sopravvivenza dell’individuo, conservazione ed evoluzione della specie.


    OTTIMIZZARE LA PERFORMANCE SPORTIVA E IL GRUPPO


    Molti studi hanno dimostrato gli effetti negativi degli atteggiamenti razzisti sulla prestazione sportiva.

    Diverse altre ricerche hanno invece evidenziato in quanti modi lo Sport, gestito in maniera adeguata, è in grado di risolvere l’irrazionalità del pregiudizio, favorendo il reciproco arricchimento di atleti le cui origini e caratteristiche sono anche molto differenti tra loro.

    Una società con meno conflitti ha più alleanze: si disperdono e distruggono meno energie e si produce più benessere condiviso ad ogni livello, culturale, economico, sanitario.

    Conoscere le basi biologiche e le neuroscienze applicate alla prevenzione, terapia e ottimizzazione dell’attività fisica e sportiva aiuta ad arricchire le competenze e abilità professionali utili per la gestione dello stress quotidiano e lavorativo e per migliorare la prestazione e il recupero fisico e psichico.

    Argomento utile per le figure professionali che orbitano in ambiti quali la medicina e la psicologia del lavoro, la riabilitazione, l’alimentazione, la bioenergetica, la gestione dei gruppi, il fitness e altro ancora.


    BENESSERE E STRATEGIE D’INCREMENTO DELLA PERFORMANCE SPORTIVA E DEL GRUPPO. Approfondisci il tema di questo articolo con un corso specialistico ECM FAD da 25 crediti


    Questo corso ECM dal titolo BENESSERE E STRATEGIE D’INCREMENTO DELLA PERFORMANCE SPORTIVA E DEL GRUPPO – FILOGENESI E BASI BIOLOGICHE DELL’ATTIVITÀ FISICA E SOCIALE , a cura del Dott. Marco Sammarco, nasce all’interno del materiale formativo teorico e pratico del “Master di Psicologia dello Sport e delle Attività Motorie – Verso i Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026”.

    Per onorare questo importante evento che coinvolge nazioni da tre continenti, il Master è stato organizzato dall’Associazione Medico Sportiva Dilettantistica di Taranto presso il Centro di Medicina dello Sport affiliato CONI e FMSI, Federazione Medico Sportiva Italiana.

    Il Master gode, tra gli altri, dei patrocini del CONI regionale, dell’Ordine dei Medici di Taranto e della SPOPSAM, Società Professionale degli Operatori in Psicologia dello Sport e delle Attività Motorie, unica del settore con riconoscimento europeo.

    Questo specifico FAD ha l’obiettivo di fornire un upgrade strategico alle figure sanitarie che sono interessate ad arricchire le loro competenze e abilità professionali con le indispensabili conoscenze dei correlati inerenti le basi biologiche e le neuroscienze applicate alla prevenzione, alla terapia e all’ottimizzazione dell’attività fisica e sportiva.

    Le tematiche e le tecniche pratiche trattate sono altresì utili per la gestione dello stress quotidiano e lavorativo e per migliorare la prestazione e il recupero fisico e psichico. Tornano quindi di interesse anche per le figure professionali che orbitano in ambiti quali la medicina e la psicologia del lavoro, la riabilitazione, l’alimentazione, la bioenergetica, la gestione dei gruppi, il fitness e altro ancora.

    Cliccando QUI potrai accedere a questo corso ECM FAD che potrai seguire ONLINE e del quale potrai scaricare o ricevere il certificato via email.

    Il corso è così suddiviso:

    MODULO 1 – INTRODUZIONE AI RUDIMENTI DELLA MATERIA
    · FILOGENESI, BASI BIOLOGICHE, ETOLOGIA E NEUROSCIENZE
    · OMEOSTASI, EPIGENETICA, FIBRE MUSCOLARI E MOTONEURONE
    · INDIVIDUO, AMBIENTE E PRESTAZIONE
    · BIOLOGIA, GENETICA, ADATTAMENTO E SPORT
    · SVILUPPO DELLA DEAMBULAZIONE E DEL CERVELLO
    · EVOLUZIONE, SENSORIALITÀ, SISTEMA TONICO POSTURALE (STP)
    · CIRCOLO VIZIOSO E CIRCOLO VIRTUOSO NEI GENI, IN AMBITO BIOLOGICO E NEL PENSIERO
    · EGOISMO GENETICO E CONNESSIONE TRA GLI ISTINTI
    · CENESTESI, BASI BIOLOGICHE DEL PENSIERO FINALIZZATO, PENSIERO DISFUNZIONALE
    · FUOCO, EVOLUZIONE, ARMI E COMPORTAMENTO COMPETITIVO
    · IL CONTRIBUTO DELLE DONNE A LINGUAGGIO, AGRICOLTURA E SOCIETÀ
    · EFFETTI CLIMATICO-AMBIENTALI SULLA RAZZA UMANA, PROGETTO GENOMA
    · SCRITTURA, SPORT, PSICHE E POTERE, L’ESEMPIO DI SPARTA
    · INTENZIONE, LEGGE IDEOMOTORIA, NEURONI SPECCHIO
    · NEVROSI, PSICOSI, PENSIERI, NEURONI E PAROLE
    · NEUROSCIENZE, SERENDIPITÀ, MINDFULNESS, RESILIENZA

    MODULO 2 – BASI BIOLOGICHE, GRUPPO, LEADER, INCLUSIONE ETNICA E DIVERSABILITÀ NELLA VITA E NELLO SPORT: STRATEGIE DI OTTIMIZZAZIONE DELLE RELAZIONI E DELLA PERFORMANCE
    · COMPORTAMENTO INDIVIDUALE E SOCIALE
    · L’ANALISI DI UN GRUPPO
    · BASI BIOLOGICHE E LEADERSHIP
    · EFFICACIA DEGLI STILI DIRETTIVI
    · SPORT FOR PEACE AND DEVELOPMENT, GENOMA ED ENDORFINE
    · DIVERSABILITÀ E GIOCHI OLIMPICI
    · ABILITÀ MOTORIE, AMBIENTE, CLOSED SKILL, OPEN SKILL
    · TECNICHE POSTURALI STATICHE DI BASE PER ESERCIZI DI MINDFULNESS,
    RESPIRO, RILASSAMENTO, IMAGERY E STATUS ALFAGENICO
    · ATTIVAZIONE VAGOTONICA, MODULAZIONE DEL RESPIRO, CONSAPEVOLEZZA CORPOREA (2 VIDEO CON ESERCIZI PRATICI)
    · FIVE-STEP STRATEGY CANONICA
    · FIVE-STEP STRATEGY IMMAGINATIVA E TECNICHE DI IMAGERY
    · AROUSAL E LEGGE DELLA U CAPOVOLTA
    · IMAGERY: FIVE-STEP STRATEGY E TIRO CON L’ARCO (CONDUZIONE ED ESERCITAZIONE PRATICA IN AUDIO)
    · QUANTO OSARE

    QUESTIONARIO DI VALUTAZIONE FINALE

    Il corso è perfettamente compatibile con tutti i dispositivi e device.

    La prova di apprendimento potrà essere effettuata al termine del corso, dopo aver seguito le lezioni.

    La prova di apprendimento consisterà in un questionario composto da 75 domande.

    La soglia di superamento prevista è del 75%. E’ prevista una doppia randomizzazione delle domande.

    SONO POSSIBILI 5 TENTATIVI

    Il corso darà diritto a ben 25  crediti ECM previo superamento del prova finale.


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    CURARE IL DOLORE: L’AZIONE DEI FARMACI E DELLA RELAZIONE NEL TRATTAMENTO DEL DOLORE

    CONOSCERE IL DOLORE PER CURARLO


    Il dolore è un’esperienza soggettiva e complessa, ma è anche un’esperienza comune agli esseri viventi e organizzata in maniera specifica a livello organico.

    Per curare il dolore è necessario conoscere il dolore, come si manifesta, come si trasmette, attraverso quali vie e quali centri, ma anche creare il contesto adeguato per favorire le risorse personali di fronteggiamento del dolore.



    PERCHE’ CURARE IL DOLORE?


    • Perché è un problema sanitario a livello globale
    • Perché ne soffre il 26% della popolazione italiana (Breivik et al. 2009) con un costo di circa 6,8 milioni di euro (2003)
    • Perché il controllo del dolore non solo è efficace sugli outcomes clinici ma anche sulla risposta terapeutica della patologia di base con un impatto importante sulla qualità della vita e sulle invalidità secondarie
    • Perché i pazienti ospedalizzati in area medica sperimentano dolore in percentuale che varia tra il 40 e il 63% (Costantini et al. 2010)
    • Perché è frequente nel paziente oncologico: Fasi iniziali 20-50%; Fase terminale 90%.
    • Perché il 50% degli operatori sanitari non considera la qualità della vita una priorità della cura globale del paziente (Costantini 2010).
    • Perché la Legge N.38/2010 Art. 8 identifica come obbligo la formazione e aggiornamento medico e infermieristico in materia di cure palliative e terapia del dolore

    MEDICI E DOLORE


    Il medico ancora oggi é portato a considerate il dolore un fatto secondario rispetto alla patologia di base cui rivolge la maggior parte dell’attenzione e questo atteggiamento può estendersi anche ad altre figure coinvolte nel processo assistenziale. Ciò implica che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca, la temperatura corporea, la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona.

    Le linee guida contengono indicazioni relative al processo di educazione e formazione continua del personale di cura operante nelle strutture sanitarie ed alla informazione e sensibilizzazione della popolazione.

    Che i pazienti ed i medici lo riconoscano o no, i fattori psicologici nel dolore sono sempre presenti. Essi possono essere ignorati, sebbene i loro effetti sul dolore possano essere molto forti, oppure possono essere trattati sistematicamente in modo tale da ottenere il massimo effetto.


    CURARE IL DOLORE: L’AZIONE DEI FARMACI E DELLA RELAZIONE NEL TRATTAMENTO DEL DOLORE. Approfondisci il tema di questo articolo con un corso specialistico ECM FAD da 15 crediti


    Questo corso ECM dal titolo CURARE IL DOLORE: L’AZIONE DEI FARMACI E DELLA RELAZIONE NEL TRATTAMENTO DEL DOLORE , a cura del Dott. Marco Pastorini, Dott. Stefano Quaini nasce dalla consapevolezza che il dolore sia un’esperienza soggettiva e complessa, ma è anche un’esperienza comune agli esseri viventi e organizzata in maniera specifica a livello organico.

    Per curare il dolore è necessario conoscere il dolore, come si manifesta, come si trasmette, attraverso quali vie e quali centri, ma anche creare il contesto adeguato per favorire le risorse personali di fronteggiamento del dolore.

    In questo corso presenteremo le basi organiche e neurobiologiche del dolore, il ruolo degli aspetti soggettivi e psicologici, l’importanza dell’effetto placebo e delle tecniche farmacologiche e anestesiologiche nella cura del dolore.

    Cliccando QUI potrai accedere a questo corso ECM FAD che potrai seguire ONLINE e del quale potrai scaricare o ricevere il certificato via email.

    Il corso è così suddiviso:

    1)    Definizione e glossario dei termini, variabili che influenzano il dolore

    2)    Cure palliative e terapia del dolore: normativa di riferimento

    3)    Il dolore è un’esperienza: parole, significati e metafore

    4)    Tipi di dolore: acuto, cronico, ecc.

    5)    Basi neurofisiologiche del dolore: come si trasmette il dolore

    6)    La modulazione del dolore

    7)    Dolore nocicettivo e neuropatico

    8)    Il dolore oncologico

    9)    Trattare il dolore

    10) La gestione farmacologica del dolore

    11) L’effetto placebo

    12) Come aumentare la tolleranza al dolore: strategie non farmacologiche e comportamentali

    13) Conclusioni: dolore e relazione di cura

    14) Appendice: questionari di rilevazione e valutazione del dolore

    QUESTIONARIO DI VALUTAZIONE FINALE

    Il corso è perfettamente compatibile con tutti i dispositivi e device.

    La prova di apprendimento potrà essere effettuata al termine del corso, dopo aver seguito le lezioni.

    La prova di apprendimento consisterà in un questionario composto da 45 domande.

    La soglia di superamento prevista è del 75%. E’ prevista una doppia randomizzazione delle domande.

    SONO POSSIBILI 5 TENTATIVI

    Il corso darà diritto a ben 15  crediti ECM previo superamento del prova finale.


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    CRAMPI MUSCOLARI ASSOCIATI ALL’ESERCIZIO FISICO

    I CRAMPI NEGLI SPORTIVI


    I crampi “localizzati” “acuti” possono essere identificati negli sportivi come una sindrome “prodromica”, caratterizzata da una manifestazione clinica non specifica che determina una contrazione muscolare anomala e che si verifica di solito verso la fine di una competizione, seguito da dolore muscolare e affaticamento nelle regioni muscolari di tipo biarticolare.

    Un atleta incline ad avere crampi ha elevate possibilità di avere delle lesioni o degli infortuni ai legamenti e ai tendini.



    LE CAUSE


    I crampi muscolari associati all’esercizio fisico (EAMC) sono una condizione dolorosa comune degli spasmi muscolari. Nonostante le ricerche scientifiche abbiano cercato di comprendere il meccanismo fisiologico alla base di questi fenomeni comuni, l’eziologia non è ancora chiara.

    Dal 1900 ad oggi, il mondo scientifico ha ritrattato più volte l’ipotesi originaria dei crampi da calore.

    Allo stato attuale le ricerche scientifiche e la recente letteratura sembra concentrarsi su due principali meccanismi:

    • il meccanismo di disidratazione o deplezione degli elettroliti
    • il meccanismo neuromuscolare.

    L’analisi della letteratura più recente indica che l’ipotesi neuromuscolare può prevalere sull’ipotesi iniziale della disidratazione come evento scatenante di crampi muscolari.

    Dalle ultime indagini sembra esserci un coinvolgimento spinale piuttosto che un’eccitazione periferica dei motoneuroni.


    STRATEGIE


    Esiste una lunga storia di rimedi popolari per il trattamento o la prevenzione dei crampi; alcuni possono ridurre la probabilità di alcune forme di crampi e ridurne l’intensità e la durata, ma nessuno è costantemente efficace.

    Sembra probabile che ci siano diversi tipi di crampi con diverse cause di insorgenza.
    In tal caso, è improbabile che la ricerca di un’unica strategia di prevenzione o trattamento abbia successo.

    Le strategie di trattamento e prevenzione per EAMC includono:

    • esercizi correttivi
    • stretching
    • integratori alimentari e massoterapia
    • induzione di crampi elettrici
    • kinesio taping e indumenti compressivi
    • idratazione elettrolitica
    • succo di sottaceto
    • strategie di iperventilazione

    CRAMPI MUSCOLARI ASSOCIATI ALL’ESERCIZIO FISICO. Approfondisci il tema di questo articolo con un corso specialistico ECM FAD da 10 crediti



    Questo corso ECM dal titolo CRAMPI MUSCOLARI ASSOCIATI ALL’ESERCIZIO FISICO, a cura del Dott. Claudio Zimaglia

    Il corso vuole approfondire le eziologie e i metodi di prevenzione e trattamento riguardo i crampi nello sportivo secondo una revisione della letteratura degli ultimi decenni. 

    Il corso viene sviluppato prendendo in esame le teorie più accreditate sulle cause che possono favorire l’insorgenza dei crampi negli atleti e sulle strategie di trattamento e di prevenzione. 

    Nel corso sono anche presenti dei video per illustrare al meglio l’esposizione dell’argomento

    Cliccando QUI potrai accedere a questo corso ECM FAD che potrai seguire ONLINE e del quale potrai scaricare o ricevere il certificato via email.

    QUESTIONARIO DI VALUTAZIONE FINALE

    Il corso è perfettamente compatibile con tutti i dispositivi e device.
    La prova di apprendimento potrà essere effettuata al termine del corso, dopo aver seguito le lezioni.
    La prova di apprendimento consisterà in un questionario composto da 30 domande a risposta multipla con 4 possibilità di risposta di cui una sola giusta.
La soglia di superamento prevista è del 75%. E’ prevista una doppia randomizzazione delle domande.

    SONO POSSIBILI 5 TENTATIVI

    Il corso darà diritto a ben 10  crediti ECM previo superamento del prova finale.


    ACCEDI AL CORSO ECM

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    Il SALVADANAIO è una esclusiva opportunità riservata ai clienti IKOS, che  consente di maturare e accumulare credito in Euro (€) da utilizzare per i tuoi acquisti di corsi ECM FAD.

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    IL COLPO DI FRUSTA E I DISORDINI ASSOCIATI – linee guida di trattamento

    COLPO DI FRUSTA UNA SFIDA INTERDISCIPLINARE


    Il colpo di frusta cervicale rappresenta la sfida interdisciplinare per antonomasia.

    Questo perché diversi fattori contribuiscono a creare un quadro estremamente variabile e difficilmente categorizzabile. Questo si riflette nella terminologia usata per definirlo, così come sui sistemi di classificazione usati per categorizzarlo.

    L’etichetta “colpo di frusta” è stata coniata da Crowe nel 1928. Riprende l’onomatopea di una frusta che dovrebbe richiamare la genesi dell’infortunio. In Italia è spesso indicato come “cervicalgia post-distorsiva”.

    Mentre la prima opzione riprende il semplice meccanismo traumatico, la seconda racchiude la condizione sotto un “termine ombrello” che rischia di essere troppo generico, richiamando la sola genesi traumatica.

    Una terminologia di questo tipo rischia di minimizzare il complesso quadro interdisciplinare che può manifestarsi in questi pazienti.

    Il collo è sede di un compartimento viscerale ricco, poco protetto e delicato.
    Dal punto di vista ortopedico, la colonna cervicale sebbene potenzialmente a rischio con la sua componente osteo-legamentosa, può coinvolgere a vario grado anche il midollo spinale e le radici nervose, nonché la componente vascolare vincolata ai forami trasversari.



    SINTOMI DEL COLPO DI FRUSTA


    Il meccanismo traumatico dell’infortunio può dar vita ad un vero e proprio trauma celebrale “senza contatto” che può essere alla base della sintomatologia centrale riferita da alcuni pazienti.

    I sintomi associati al colpo di frusta cervicale sono vari e possono
    combinarsi tra loro in diversi modi:

    • Ortopedici: Dolore e limitazione funzionale
    • Neurologici: Parestesie
    • Audiologici: Tinnito ed ipoacusia
    • Otorinolaringoiatrici: Disfagia e disfonia
    • Disturbi dell’equilibrio: Vertigini ed instabilità posturale
    • dontoiatrici: Dolore temporo-mandibolare e malocclusioni
    • Neurofisiologici: Disturbi d’ansia e disturbi dell’attenzione.

    IL PERCORSO RIABILITATIVO


    Con modi, metodi, tempi ed impegno diverso a seconda dello stadio del disturbo, il percorso riabilitativo di un paziente affetto da WAD si snoda attraverso dei principi fondamentali:

    • Informare il paziente sulla natura benigna dei WAD
    • Incoraggiare il paziente a riprendere un normale stile di vita
    • Evitare l’immobilizzazione
    • Ridurre la reattività e migliorare il ROM
    • Ristabilire un corretto controllo motorio cervicale
    • Trattamento interdisciplinare

    Nessun trattamento “vestirà alla perfezione” il disturbo di ogni paziente. Ci si muove tra questi ambiti con il conforto dei risultati della valutazione funzionale e dei fattori prognostici rilevati durante la valutazione iniziale.


    IL COLPO DI FRUSTA ED I DISORDINI ASSOCIATI. Approfondisci con un corso specialistico ECM FAD da 10 crediti


    Questo corso ECM dal titolo IL COLPO DI FRUSTA E I DISORDINI ASSOCIATI – linee guida di trattamento
    a cura del Dr. Ivan Di Francescantonio parte dal presupposto che il colpo di frusta cervicale sia un trauma frequente che per la delicatezza e la complessità del distretto anatomico che coinvolge può comportare una grande quantità di sfumature, cliniche e di trattamento. Per questo si parla di disordini associati al colpo di frusta.
    Il corso muove dall’anatomia e dalla biomeccanica del distretto cervicale per poi attraversare il meccanismo traumatico e la classificazione della patologia. Le opzioni di trattamento illustrate hanno origine dalle più recenti linee guida internazionali pubblicate.
     

    Cliccando QUI potrai accedere a questo corso ECM FAD che potrai seguire ONLINE e del quale potrai scaricare o ricevere il certificato via email.

    Il corso è così suddiviso:

    • CAPITOLO 1: ANATOMIA FUNZIONALE E BIOMECCANICA
    • CAPITOLO 2: DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONE
    • CAPITOLO 3: VALUTAZIONE INIZIALE
    • CAPITOLO 4: TRATTAMENTO
    • ALLEGATI:
      Allegato 01: Blanpied PR, Gross AR, Elliott JM, Devaney LL, Clewley D, Walton DM, Sparks C, Robertson EK. Neck Pain: Revision 2017. J Orthop Sports Phys Ther. 2017 Jul;47(7):A1-A83. doi: 10.2519/jospt.2017.0302. PMID: 28666405
      Allegato 02: Neck Pain Guidelines: Revision 2017: Using the Evidence to Guide Physical Therapist Practice J Orthop Sports Phys Ther. 2017 Jul;47(7):511-512.
      doi: 10.2519/jospt.2017.0507. PMID: 28666402.
      Allegato 03: Neck Pain: Clinical Practice Guidelines Help Ensure Quality Care. J Orthop Sports Phys Ther. 2017 Jul;47(7):513.
      doi: 10.2519/jospt.2017.0508. PMID: 28666400.

    QUESTIONARIO DI VALUTAZIONE FINALE

    La prova di apprendimento potrà essere effettuata al termine del corso, dopo aver seguito le lezioni.

    La prova di apprendimento consisterà in un questionario composto da 60 domande a risposta multipla con 4 possibilità di risposta di cui una sola giusta.
    La soglia di superamento prevista è del 75%. E’ prevista una doppia randomizzazione delle domande.

    SONO POSSIBILI 5 TENTATIVI

    Il corso darà diritto a ben 10  crediti ECM previo superamento del prova finale.


    ACCEDI AL CORSO ECM

    È arrivato il SALVADANAIO IKOS!

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