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STIMOLAZIONE COGNITIVO-LINGUISTICA. DALLA STIMOLAZIONE COGNITIVA NEL PAZIENTE GERIATRICO ALLO SPECIFICO DI ATTIVITÀ FINALIZZATE AL LINGUAGGIO

INTRODUZIONE


L’aumento dell’età media della popolazione e il numero considerevole delle persone affette da malattie neurodegenerative presenta un impatto economico e sociale significativo.

I dati ISTAT del 2019 ci dicono che nel nostro paese si è registrato oltre un milione di pazienti ritenuti cognitivamente fragili, con circa 600.000 casi di Alzheimer.

Diversi studi sono stati impiegati al fine di individuare le cause che portano alla demenza e i metodi adeguati per una possibile posticipazione del progredire della patologia, al fine di ottimizzare le risorse sanitarie.

L’essere occupati in attività piacevoli può ridurre il rischio di incidenza di demenza, probabilmente fornendo una riserva che ritarda l’inizio delle manifestazioni cliniche del disturbo.


LA RISERVA CELEBRALE


Quello della riserva cerebrale è uno dei principali e più elementari principi riabilitativi.

L’intervento personalizzato e mirato per alle singole persone e per i singoli disturbi è l’obiettivo dei veri e propri interventi riabilitativi, tuttavia mantenere le persone occupate in attività che loro gradiscono è terapeutico di per sé grazie a queste caratteristiche di base del funzionamento cerebrale.

Mantenere impegnati le persone affette da demenza consente ai neuroni ancora vivi di continuare a vivere grazie alla stimolazione, e facilita la formazione di una piccola riserva cerebrale. Infatti le persone affette da demenza sono ancora in grado di apprendere e di formare nuovi collegamenti.

Naturalmente questo processo non è in grado di compensare interamente la degenerazione data dalla malattia, ma la contrasta consentendo una serie di benefici.

Il principio della riserva cerebrale è tanto generale quanto importante nella riabilitazione cognitiva, e spiega come mai spesso interventi molto generici sembrano sortire risultati positivi sulle condizioni delle persone, anche in assenza di una rigorosa base teorica.



STIMOLAZIONE LINGUISTICA


Definizione

1. Con il termine stimolazione cognitiva si fa riferimento a quell’insieme di approcci che cercano di migliorare il funzionamento cognitivo globale ed il funzionamento sociale. 

2. Coinvolgimento in una serie di attività e discussioni, solitamente in gruppo, per il miglioramento generale del funzionamento cognitivo e socio-relazionale. (Clare and Woods, 2004; Huntley et al., 2015)


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UNA PROGRAMMAZIONE PERSONALIZZATA


E’ fondamentale che la stimolazione cognitiva venga applicata secondo i principi di individualizzazione dell’intervento. Per questo sarà fondamentale eseguire una valutazione individualizzata di ogni persona, finalizzata a stabilire una diagnosi neuropsicologica nonché a rilevare variabili di diversa natura cognitiva di riconosciuta rilevanza per lo sviluppo del programma psicostimolante.

Questa valutazione deve includere una valutazione neuropsicologica ampia, volta a conoscere i processi cognitivi conservati, i processi persi e alterati, nonché il tipo e il grado di alterazione di questi ultimi.

La valutazione neuropsicologica dovrebbe includere, oltre a test o batterie necessarie per il successivo follow-up, altre prove di esame neuropsicologico basate su un disegno idiografico.

Questa valutazione consentirà la selezione dei compiti adattati alle caratteristiche personali di ogni partecipante, e successivamente a monitoraggio periodico dell’evoluzione di ogni persona per andare rivedere e adeguare attività e compiti al grado di deterioramento e di evoluzione psico-affettiva.


DAL PROTOCOLLO SPECTOR AL CST


Il protocollo Spector, poi evoluto in CST ha come requisito una certa capacità linguistica e di comunicazione. E’ chiaro che il linguaggio e la comunicazione anche se compromessi diventano elemento importante in quasi tutte le sessioni.


STIMOLAZIONE DEL LINGUAGGIO


Nelle demenze in cui il linguaggio non è primariamente affetto, è possibile una riabilitazione linguistica. Questa aiuta soprattutto nelle fasi molto lievi di compromissione linguistica, quando vi è una povertà nella scelta dei termini, ma non vi sono vere e proprie afasie.

È comunque di aiuto anche in fasi più avanzate, quando sono presenti anomie, parafasie e utilizzo di parole passe-partout, disturbi determinati dal fatto di non ricordare più, o di avere particolari difficoltà di recupero delle parole appropriate.

Il fatto di lavorare costantemente e in modo attivo sugli stimoli linguistici permette di attivare l’insieme delle conoscenze linguistiche, che così verranno perdute più lentamente, e saranno più facilmente accessibili alla persona nelle sue necessità quotidiane. I risultati di questo tipo di interventi sono generalizzabili alla realtà esterna al setting riabilitativo, in quanto si fondano sulla memoria associativa, che è una memoria implicita e, come ben noto, preservata nell’AD.

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In questo corso ECM dal titolo STIMOLAZIONE COGNITIVO-LINGUISTICA. DALLA STIMOLAZIONE COGNITIVA NEL PAZIENTE GERIATRICO ALLO SPECIFICO DI ATTIVITÀ FINALIZZATE AL LINGUAGGIO

a cura Dott. Giacomo Seccafien, Dott. Filippo Bergamo si pone come obiettivo di affrontare un tema che negli ultimi anni ci pone ad una grande attenzione alla diagnosi precoce, in quanto qualsiasi trattamento è più efficace se applicato negli stadi iniziali. Le persone con demenza in fase iniziale possono frequentare servizi di day hospital o memory clinic con attività apposite, tuttavia in Italia la maggior parte degli interventi è ancora applicata solo in fasi relativamente avanzate della malattia, sul paziente ormai istituzionalizzato

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Il corso è così suddiviso:

INTRODUZIONE

MODULO 1 – STIMOLAZIONE COGNITIVA E TERAPIA DELLA STIMOLAZIONE COGNITIVA (CST)
a) Dal protocollo Spector all’attuale CST
b) Attività principale delle sessioni di CST
c) Focus

MODULO 2 – IL LINGUAGGIO: ASPETTI DI STIMOLAZIONE COGNITIVA E REQUISITI PER L’ORGANIZZAZIONE DI UN’ATTIVITÀ FINALIZZATA
a) Caratteristiche della sessione
b) Tecniche a supporto dell’intervento
c) Tecniche per promuovere la comunicazione e la motivazione
d) Paradigmi essenziali
e) I compiti linguistici

MODULO 3 – I DISTURBI DEL LINGUAGGIO NELL’ANZIANO
a) Disfonia
b) Disprassia o aprassia orale
c) Afasia: sensoriale, motoria, globale

MODULO 4 – I LIVELLI DEL LINGUAGGIO
a) Livello fonico
b) Livello fonetico
c) Livello fonologico
d) Livello lessicale
e) Livello morfo sintattico
f) Livello semantico
g) Livello pragmatico
h) Deficit dei livelli linguistici

MODULO 5 – ESEMPI DI ATTIVITÀ CONSAPEVOLMENTE STRUTTURATE PER ‘COLPIRE’ IL LINGUAGGIO IN UN QUADRO DI STIMOLAZIONE COGNITIVA NELL’ANZIANO
a) La narrazione creativa
b) Gruppi di reminiscenza: Un intervento linguistico pragmatico
c) Gruppi a tema: Un intervento linguistico pragmatico… con altri possibili sviluppi…

QUESTIONARIO DI VALUTAZIONE FINALE

La prova di apprendimento potrà essere effettuata al termine del corso, dopo aver seguito le lezioni.

La prova di apprendimento consisterà in un questionario composto da 30 domande a risposta multipla con 4 possibilità di risposta di cui una sola giusta.
La soglia di superamento prevista è del 75%. E’ prevista una doppia randomizzazione delle domande.
SONO POSSIBILI 5 TENTATIVI

Il corso darà diritto a ben 10  crediti ECM previo superamento del prova finale.


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