Il Coronavirus SARS-COV-2 e la sindrome respiratoria acuta Covid-19

Cenni generali di inquadramento sul SARS-CoV2, un nuovo coronavirus isolato nel 2019 ed identificato come la causa della malattia da coronavirus che ha spaventato il mondo nel 2020.

E’ stato segnalato per la prima volta a Wuhan (Cina) nel Dicembre 2019 e si è diffuso, in pochi mesi, prima in Cina e successivamente in tutto il mondo.

I primi casi identificati erano persone che erano state presso il mercato di animali vivi di Wuhan, il che ha fatto subito ipotizzare che il virus è stato inizialmente trasmesso dagli animali (zoonosi) direttamente agli esseri umani.

Tale fenomeno è definito salto di specie (in inglese “spillover”): è un processo naturale e comune (oltre due terzi dei virus umani sono zoonotici) per cui un patogeno degli animali evolve e diventa in grado di infettare, riprodursi e trasmettersi all’interno della specie umana.

Nel caso dei virus, che sono i patogeni più comuni nelle zoonosi, il salto di specie segue ad un cambiamento nel loro corredo genetico.

I virus, mutando, possono acquisire nuove capacità, tra cui produrre nuove versioni delle proteine del capside in grado di riconoscere cellule umane, penetrare in esse e replicarsi efficacemente.

Accade più frequentemente nei virus a RNA, come i Coronavirus, che hanno in media un tasso di mutazione più elevato e quindi possono più facilmente acquistare la capacità di infettare le cellule umane.



Cosa sono i Coronavirus


I coronavirus (CoV) sono un genere di virus a RNA.

Il loro nome deriva dalla particolare struttura esterna visibile al microscopio elettronico: sulla superficie esterna del virus, delle particolari glicoproteine, le glicoproteine S, conferiscono al virus un caratteristico aspetto a corona reale o corona solare.

I Coronavirus sono stati identificati per la prima volta a metà degli anni ’60 e sono noti per infettare l’uomo e alcuni animali (inclusi uccelli e mammiferi). Le cellule bersaglio primarie sono quelle epiteliali del tratto respiratorio e gastrointestinale.

7 sono i Coronavirus umani identificati: 4 di loro causano il comune raffreddore. Altri 3 Coronavirus causano malattie più gravi come la Sindrome respiratoria mediorientale (MERS), la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS) e la malattia respiratoria acuta da SARS-CoV-2, detta CoVID-19.


Epidemiologia del Covid-19


Il 31 dicembre 2019 le autorità sanitarie cinesi hanno riferito che nella città di Wuhan (Cina) si era sviluppato un focolaio epidemico di casi di polmonite atipica a eziologia non nota.

Il 9 gennaio 2020 il Center for Disease Control (CDC) cinese ha comunicato di aver identificato l’agente causale: un nuovo coronavirus.

A tale virus successivamente è stata associata la sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoVs, Severe Acute Respiratory Syndrome CoronaVirus) e quindi è stato classificato come SARS-CoV-2 (Severe Acute Respiratory Syndrome da Coronavirus 2).

Secondo il risk assessment (valutazione del rischio) aggiornato al 22 aprile dall’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC):
Il rischio per la popolazione generale di sviluppare malattie gravi associate all’infezione da SARS-CoV-2 per i cittadini dei Paesi UE/SEE (Unione europea/Spazio economico europeo) è, attualmente:

– basso per le aree in cui sono in atto misure di distanziamento sociale appropriate e/o dove la trasmissione del virus a livello di comunità è stata ridotta o mantenuta a bassi livelli;

– moderato per le aree in cui non sono in atto misure di distanziamento sociale e/o dove la trasmissione del virus a livello di comunità è ancora elevata e in corso.

La probabilità di sviluppare un quadro più grave è maggiore negli anziani e in chi ha patologie preesistenti, respiratorie, cardiache o metaboliche.

In particolare, i dati mostrano come soggetti con un’età uguale o maggiore di 65 anni, con patologie croniche di base, quando sono infettati dal SARS-CoV-2 presentino un rischio maggiore di sviluppare una malattia grave e di andare incontro a complicanze sino alla morte, rispetto a soggetti giovani.

In Italia (dati aggiornati a luglio 2020)

In Italia, il numero di casi Covid-19 segnalati è stato massimo nel mese di marzo 2020, con 113.011 casi.

L’epidemia si è diffusa in modo diverso, tra una regione e l’altra.
La diffusione è molto contenuta nelle Regioni del Sud e nelle Isole (regioni a diffusione “bassa”), mediamente più elevata in quelle del Centro rispetto al Mezzogiorno (diffusione “media”) e molto elevata nelle regioni del Nord (diffusione “alta”).



Vie di trasmissione e periodo di incubazione


 Le modalità di trasmissione interumana dei coronavirus sono:
  • per via aerea: attraverso la saliva e l’aerosol delle secrezioni delle vie aeree superiori veicolati da tosse e/o starnuti;
  • per contatti stretti: ovvero tutte quelle situazioni in cui ci si trova nello stesso ambiente, a distanza minore di 2 metri, con persone che sono state contagiate dal virus
  • per via oro-fecale.

L’Ordine Mondiale della Sanità (OMS) sottolinea come il contatto con i casi sintomatici (persone che hanno contratto l’infezione e hanno già manifestato i sintomi della malattia) sia la causa principale della trasmissione del nuovo coronavirus SARS-CoV-2.

In analogia con il comportamento di altri coronavirus si ipotizza che la trasmissione, legata all’aerosol di secrezioni e particelle virali, sia proporzionale alla gravità dei sintomi respiratori.

Tuttavia, l’OMS ha riportato come è possibile anche una trasmissione del virus da persone infette ma ancora asintomatiche: la trasmissione del virus da casi asintomatici è possibile, ma non frequente.

Invece non pare che sia una trasmissione verticale in gravidanza, dalla madre al feto.

Il periodo di incubazione, ovvero il periodo di tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici, del SARSCoV-2 è stimato fra i 2 e i 14 giorni, con una media di 5 giorni.


Le caratteristiche cliniche: la sindrome respiratoria acuta Covid-19


La malattia causata dal virus SARS-CoV-2 è stata denominata COVID-19 (COronaVIrus Disease-2019).

La presentazione sintomatologica da COVID-19 è molto varia: in alcuni pazienti non si hanno sintomi (asintomatici), in altri i sintomi sono lievi (simil influenzali). In altri ancora la sintomatologia è severa con polmonite, sindrome respiratoria acuta grave (Acute Respiratory Distress Syndrome, ARDS), insufficienza renale, e si deteriora sino alla morte.

I sintomi più comuni sono febbre, affaticamento e malessere generale e sintomi respiratori che includono generalmente rinorrea, tosse e difficoltà respiratoria.

Tuttavia, sono anche comuni altri sintomi, quali interessamento del tratto respiratorio superiore, mialgie, sintomi gastrointestinali quali anoressia, nausea, vomito, diarrea, dolore addominale e perdita del gusto (ageusia) e/o dell’olfatto (anosmia).

Non ci sono caratteristiche cliniche specifiche che possano permettere di diagnosticare in modo inequivoco la COVID-19 da altre infezioni respiratorie virali, sebbene lo sviluppo di dispnea diversi giorni dopo l’insorgenza dei sintomi iniziali è un dato oggettivo suggestivo di questa infezione.

Altri sintomi segnalati includono cefalea e congiuntivite.

Infine, in alcuni pazienti sono state segnalate differenti lesioni dermatologiche quali: eruzioni maculopapolari, orticaria, presenza di vescicole, e livedo reticolare transitoria.


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