I disturbi alimentari nel mondo dello sport

I disturbi alimentari negli sportivi sono problematiche che spesso vengono confuse con atteggiamenti di coerenza con la tipologia di attività sportiva svolta dall’atleta e spesso sfuggono all’occhio non esperto, salvo presentarsi con evidenti sintomatologie legate al peso o alla forma del corpo.



Nella società attuale i disturbi dell’alimentazione sono in forte aumento, tanto che si parla di bulimia, anoressia e obesità come le malattie del nuovo millennio, e la loro diffusione è molto ampia anche nel nostro Paese.

In particolar modo, stando ai dati del ministero della Salute, oggi quasi 3 milioni di italiani soffrono di disturbi dell’alimentazione e di questi circa 500mila sono ortoressici, ovvero soffrono di una vera e propria ossessione psicologica per il cibo sano.

In Italia, le statistiche rivelano che l’ortoressia si sta sviluppando soprattutto nelle città metropolitane, come Milano, Roma, Firenze, dove la paura dell’inquinamento alimenta la necessità di cercare e consumare alimenti “sani e incontaminati”.

Cos’è la vigoressia

Definita anche bigoressia o complesso di Adone, la vigoressia non è meno grave nè meno pericolosa dell’anoressia, non miete meno vittime, è solo meno conosciuta proprio perché se ne parla ancora poco, la si conosce da meno tempo e spesso se ne sottovaluta la pericolosità. Trattasi di un mondo sconosciuto, spesso frainteso, perché un fisico tonico e muscoloso è più facile che venga interpretato come sinonimo di buona salute.

La scienza ne parla ormai da oltre 20 anni, dal 1993 quando per la prima volta viene individuata e descritta in modo preciso. Da allora gli articoli scientifici e i libri che parlano di questo problema sono divenuti sempre più numerosi.

Facendo una ricerca su PubMed, la principale banca dati mondiale per gli articoli a carattere scientifico, con il solo termine “reverse anorexia” (uno dei modi per definire la vigoressia) compaiono 282 articoli, sono invece 473 i libri in cui si parla di “vigorexia” e ben 1069 quelli in cui si cita la “bigorexia” (che è uno dei tanti termini usati per descrivere la vigorexia).

Questo significa che solo partendo da questi termini, negli ultimi 20 anni ogni settimana si pubblicano nel mondo 2 testi (libri o articoli scientifici) che parlano di vigoressia. Un numero veramente elevato per pensare ad una moda o un allarme estemporaneo.

La dipendenza da esercizio fisico

La dipendenza da esercizio (EXD, detta anche dipendenza da esercizio e esercizio compulsivo) è caratterizzata da una brama di allenamento fisico, un comportamento incontrollabile di esercizio eccessivo con incapacità di ridurre le quantità di esercizio e potenziali conseguenze dannose, come lesioni, compromissione delle relazioni sociali e depressione. la condizione è spesso associata alla patologia del disordine alimentare (ED) e al perfezionamento delle donne. Se un’associazione tra i sintomi di EXD e ED tra gli atleti di resistenza maschile sani esiste è meno nota.

Alimentazione e mondo dello sport


Nel mondo dello sport talvolta lo schema alimentare viene applicato in modo disfunzionale e inflessibile per ottenere, in ottica perfezionistica, un’ottima performance oppure per mantenere un’immagine corporea perfetta. I disturbi alimentari negli sportivi sono problematiche che spesso vengono confuse con atteggiamenti di coerenza con la tipologia di attività sportiva svolta dall’atleta e spesso sfuggono all’occhio “non esperto”, salvo presentarsi con evidenti sintomatologie legate al peso o alla forma del corpo.

Ci sono diverse ragioni per le quali si possa pensare che gli atleti siano più a rischio di sviluppare una problematica alimentare:

    1. Forma fisica e/o peso influenzano direttamente la prestazione
    2. Competitività e orientamento alla performance rappresentano una spinta a comportamenti perfezionistici orientati ad alti standard di prestazione
    3. L’età adolescenziale come periodo nel quale ha inizio un’attività sportiva di tipo agonistico è anche l’età in cui insorge più frequentemente un DCA

I disturbi alimentari non si limitano, in senso stretto, alle categorie descritte dell’attuale Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, ma esistono diverse sfumature degli stessi che rispecchiano, nondimeno, una sofferenza della persona; tra queste sfaccettature, non ancora categorizzate nel DSM 5, troviamo, ad esempio, l’ortoressia, l’anoressia atletica e la vigoressia, più tipicamente maschile.

Ortoressia, anoressia atletica e vigoressia sono disturbi alimentari molto frequenti tra gli atleti che, tuttavia, possono portare lo sportivo ad una sofferenza psicologica considerevole.




Ortoressia


Nel 1997 Steven Bratman, in una rivista chiamata Yoga Journal, ha coniato il termine “ortoressia nervosa” per descrivere le persone le cui diete estreme – intese per paura di ingrassare o di nn essere in perfetta salute – stanno di fatto portando alla malnutrizione e/o al deterioramento delle relazioni sociali

”la dieta è uno strumento ambiguo e potente, troppo poco chiaro ed emotivamente caricato per il benessere, troppo potente da ignorare”.

“Tutti sanno che bisogna mangiare bene, ma un sorprendente numero di persone ha cominciato a farlo in modo ossessivo. È qui che comincia la malattia.” (Steven Bratman, autore di “Health food junkies” (letteralmente “Drogati di mangiar sano”)

Da orthos (sano, giusto), orexis (appetito) e nervosa (nel senso di patologica): ossessione per il mangiare sano.

I sintomi più comuni sono:

  • Necessità di conoscere ogni singolo ingrediente contenuto negli alimenti
  • Necessità di programmare ogni pasto
  • Paura di contaminare il proprio corpo
  • Disgusto nel riempire il proprio corpo con sostanze non naturali
  • Desiderio continuo di depurarsi
  • Severità con se stessi e senso di colpa quando si trasgredisce alla dieta
  • Disgusto per le persone che mangiano in modo normale
  • Difficoltà di relazione con chi non condivide le proprie idee sul cibo

La dieta si impoverisce tanto da riportare gravi danni sul piano nutrizionale.

Può essere presente una distorsione cognitiva rispetto alle proprie forme corporee o la negazione dei segni corporei di malattia e si può osservare la tendenza a negare o a non riconoscere emozioni, sentimenti e conflitti (alessitimia).

L’individuo ortoressico può inoltre presentare tratti ossessivi, una sostanziale rigidità psicologica, perfezionismo clinico e bisogno di controllo.

L’ortoressico finisce con il consumare il proprio pasto in solitudine e si isola socialmente.

Spesso gli individui con questo disturbo si sentono superiori agli altri, per il fatto di mangiare solo cibi naturali e assolutamente sani.


Bigoressia


Se la distorsione cognitiva e comportamentale nella sfera alimentare è stata definita ORTORESSIA, sul piano dell’attività motoria si definisce BIGORESSIA.

La scienza ne parla ormai da oltre 20 anni, dal 1993 quando per la prima volta viene individuata e descritta in modo preciso.

Il termine bigoressia, dall’inglese big= grande e dal latino orex= appetito, può essere tradotto come ”fame di grossezza”, ovvero il desiderio di possedere un corpo sempre più muscoloso. Colpisce entrambi i sessi, ma sembra prevalere nei maschi

Il range d’età più colpito è tra i 15 e i 23 anni.

La bigoressia, ha aspetti in comune con la dismorfia muscolare, è un problema emergente, in particolare a causa della promozione della cultura del bodybuilding, dell’eccessiva concentrazione sul corpo, dell’attuazione di speciali restrizioni dietetiche, della dedizione allo sport, in particolare di body building e dell’introduzione di supplementi o addirittura di doping al fine di raggiungere una massa corporea adeguata.

Il problema di questo disturbo è importante, poiché i disturbi alimentari tra gli uomini sono sottostimati non solo nell’intera società ma anche dai medici.

La bigoressia è promossa nella cultura ma anche nello sport, poiché durante la competizione dei body-builder, il loro aspetto è valutato dai giudici. Attualmente questo problema interessa circa il 10% dei body-builders.

I Sintomi principali

L’individuo è ossessionato dall’idea di essere esile e poco sviluppato fisicamente e, nonostante abbia spesso una muscolatura molto sviluppata, non è soddisfatto.

Per contrastare la percezione distorta che ha di sé, l’individuo si sovra- allena, in un modo che può essere definito compulsivo, e continua anche se si infortuna.

Spesso l’individuo con bigoressia, per aumentare la massa muscolare, assume anche steroidi o anabolizzanti, con il rischio di gravi conseguenze sulla salute o intraprende una dieta squilibrata quasi esclusivamente a base di cibi iperproteici.

La preoccupazione riguardo la propria forma fisica provoca sofferenza e interferisce con il funzionamento scolastico, lavorativo, relazionale dell’individuo.

Il tutto sfocia spesso in comportamenti autodistruttivi e rituali ossessivo compulsivi.

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