Il comportamento sessuale abusante
Definizione, tipologie e componenti
Per comportamento sessuale abusante si intende ogni tipologia di comportamento che abbia le seguenti caratteristiche:
1) avviene senza il “consenso”
2) avviene senza “uguaglianza”
3) avviene a seguito di un’oggettiva “coercizione”
Il “consenso” infatti implica un accordo che deve essere caratterizzato:
a) dalla comprensione di ciò che è proposto
b) dalla conoscenza degli standard sociali relativi a ciò che è stato proposto
c) dalla consapevolezza delle conseguenze e delle alternative rispetto a ciò che è stato proposto
d) dalla sicurezza che ogni decisione del soggetto sarà ugualmente rispettata e) dalla volontarietà della decisione
f) dalla capacità mentale di prendere una decisione
La Pedofilia
La pedofilia è sicuramente la parafilia più studiata sia dal punto di vista clinico che forense.
persistente interesse sessuale verso bambini in età prepuberale che si manifesta attraverso pensieri, fantasie, desiderio intenso, eccitazione sessuale e/o comportamenti sessuali (American Psychiatric Association, 2000; World Health Organization, 1997).
Nella sua forma più grave, l’individuo manifesta un forte interesse sessuale verso bambini che non mostrano ancora i segni di uno sviluppo sessuale secondario, senza mostrare alcun interesse sessuale verso soggetti adulti.
Il termine “pedofilia” e la perifrasi “molestatore sessuale di bambini”, sebbene spesso utilizzati in modo interscambiabile, non circoscrivono la stessa entità clinica. Vi sono pedofili che non hanno mai molestato sessualmente un bambino, e molti molestatori di bambini non sono pedofili (Seto, Cantor & Blanchard, 2006).
Legale o illegale?
Essere pedofili in sé non è illegale, mentre invece lo è avere contatti sessuali con bambini in età prepubere.
La pedofilia è una preferenza sessuale che come l’eterosessualità o l’omosessualità compare precocemente ed è stabile lungo il corso della vita.
E’ possibile che sia i pedofili come le persone con orientamenti sessuali normali condividano, da bambini, la stessa curiosità nell’osservare la nudità dei loro coetanei. Tuttavia i pedofili rimarrebbero fissati a questa fase senza essere capaci di sviluppare un’attrazione verso individui adulti, come invece accade nella norma.
Non sappiamo, però, spiegare se la “normale” scelta di partner eterosessuali adulti, che caratterizza la maggior parte degli uomini, sia la conseguenza di una preferenza che è stata latente sino alla pubertà e si esprime con essa, oppure sia il frutto dello sviluppo di inibizioni verso altri tipi di orientamento del desiderio sessuale, o ancora sia l’effetto di un processo di apprendimento sociale.
In ogni caso, qualunque sia il meccanismo coinvolto, la pubertà è la fase critica dello sviluppo in cui le persone mettono a fuoco l’orientamento del loro desiderio sessuale che sarà “normale” o, in misura variabile, deviante.
Comorbilità
Diversi studi hanno confermato che la pedofilia si associa in modo significativo ad altri problemi o disturbi mentali quali, soprattutto, disturbi d’ansia, depressivi e di personalità.
Kafka (1997) ha suggerito che questo tipo di comorbilità potrebbe riflettere una comune alterazione della neurofisiologia del sistema serotoninergico cerebrale.
La serotonina ha, infatti, un ruolo nella regolazione dell’umore, del comportamento sessuale e aggressivo.
Una dis-regolazione del sistema serotoninergico potrebbe favorire sia lo sviluppo di un disturbo dell’umore che di un’aggressione sessuale.
Un’ipotesi alternativa che spiega la comorbilità potrebbe essere quella dell’autoselezione, per cui solo:
- gli aggressori sessuali più disturbati confluiscono all’interno di un setting clinico: la pedofilia, infatti, spesso si associa ad una varietà di problemi sociali, confronto tra i vari familiari, ad uso di sostanze e comportamenti anti-sociali non sessuali approcci metodologici
- la comorbilità psicopatologiche osservate siano conseguenti ai problemi sociali e relazionali legati alla scoperta del comportamento pedofilo.
A parziale sostegno di queste due ultime ipotesi vi è l’evidenza che i campioni non clinici di pedofili non incarcerati, quali quelli che caratterizzano le indagini anonime, non hanno significative comorbilità psicopatologiche.
Gli stupratori
Gli stupratori sono persone che commettono abusi sessuali nei confronti di individui adulti.
In termini giuridici, la nozione di stupro ha un contenuto e una portata che varia da un Paese all’altro. Gli aspetti fondanti del reato sono l’autore, il tipo di atto sessuale e la mancanza del consenso. La violenza carnale non si limita più, come in passato, alla sola penetrazione fallica, ma comprende tutte le forme di penetrazione sessuale aventi per vittima indiscriminatamente, uomini, donne e bambini.
In Italia lo stupro è inglobato nella categoria generale di “violenza sessuale” (L.15 Febbraio 1996), figura criminosa che unifica tre distinte condizioni che nel precedente codice penale definivano tre reati diversi:
- violenza carnale (stupro),
- congiunzione carnale commessa con abuso della qualità di pubblico ufficiale
- atti di libidine violenti.
La problematica del consenso, presente in tutti i Paesi europei, è strettamente legata ai requisiti della violenza (fisica), dell’inganno e della minaccia (violenza psichica), nonché alle condizioni mentali e fisiche e all’età della vittima. In termini generali il consenso è definibile come l’aver scelto di prendere parte all’atto, avendo la libertà e la capacità di fare questa scelta.
Caratteristiche degli stupratori
Le caratteristiche socio demografiche degli stupratori adulti sono simili a quelle dei criminali non sessuali. La popolazione degli stupratori mostra nette differenze rispetto a quella dei molestatori di bambini.
– In genere sono più giovani (Dickey, Nussbaum, Chevolleau & Davidson, 2002), hanno meno tratti passivi, più relazioni intime stabili (Christie, Marshall & Lanthier, 1979), e più netto orientamento eterosessuale (Dreznick, 2003).
– Entrambi mostrano alte percentuali di abuso sessuale infantile e relazioni familiari ostili (Dhawan & Marshall, 1996).
Donne abusanti
In passato risultava difficile riconoscere che una donna potesse essere un aggressore sessuale in quanto si faceva riferimento al concetto di stupro (penetrazione coercitiva del pene nella vagina).
Le statistiche criminali internazionali mostrano che le donne adulte sono coinvolte in casi di abusi sessuali nei confronti di bambini e adulti in una percentuale che va dal 2% all’8% (U.S. Dipartimento di Giustizia 2013), e le giovani adolescenti sono responsabili dal 5% al 10% di tutte le offese sessuali giovanili (Dipartimento di Giustizia Giovanile Florida, 2016).
La maggior parte dei casi potrebbe essere sommersa
La percentuale di sommerso, mai denunciato, si aggira tra il 90% e il 95%.
La vittima tende infatti a vergognarsi di quanto accade e difficilmente ne parla, tendenzialmente per due ragioni: pensano di non essere creduti (“le donne non fanno queste cose”) e perché le vittime di sesso maschile pensano di non essere considerati “veri uomini” nel caso in cui rendano pubblico l’abuso.
Nei confronti di maschi adulti tali abusi nella maggior parte dei casi non vengono messi in atto attraverso azioni di violenza fisica ma sono più che altro caratterizzati da coercizione psicologica e pressioni verbali, con la tendenza a far insorgere nella vittima il senso di colpa e di vergogna per la riluttanza nel compiere atti sessuali.
Quando invece si riscontrano atti di violenza fisica nella maggior parte dei casi l’aggressione viene commessa in gruppo o su vittime sotto l’effetto di sostanze.
Fruitori di pedopornografia online e Cybergrooming
La pedopornografia è la pornografia dove sono raffigurati soggetti in età pre-pubere e spesso viene confusa con la pornografia minorile, ossia quel materiale raffigurante individui che, pur non avendo raggiunto la maggiore età, hanno già subito le trasformazioni fisiche e mentali della pubertà.
La letteratura si interroga se la pedopornografia rappresenti una tipologia di crimini commessi da aggressori sessuali convenzionali oppure se rappresentino una tipologia a se (Seto & Hanson, 2011). La ricerca ha analizzato somiglianze e differenze tra la pedopornografia e il crimine sessuale di contatto dal punto di vista delle variabili demografiche e psicologiche, delle percentuali di recidiva e dei fattori di rischio.
Le relazioni che i fruitori di pedopornogafia sperimentano on line, potrebbero servire a compensare una scadente qualità delle relazioni interpersonali nella vita off line. Uno studio condotto sui fruitori di pedopornografia e molestatori di bambini ha riscontrato percentuali alte di psicopatologia, come ad esempio tratti schizoidi, evitanti e dipendenti e uno stile di attaccamento disorganizzato
Cyber grooming
La pratica di adescamento di minori online viene definita cyber grooming.
L’aggressore, definito online offender, guadagna la fiducia della vittima introducendo gradualmente temi di natura sessuale con lo scopo di desensibilizzarla riguardo l’argomento fino a farsi inviare immagini o video intimi utilizzati anche al fine di ricattare. Tale comportamento viene definito sex-estortion.
Le vittime tendono ad essere adolescenti con un’alta conflittualità familiare, bassa supervisione genitoriale, problemi a scuola e nelle relazioni con i pari, motivo per cui tendono ad allacciare relazioni amicali e sentimentali online.
Gli aggressori tendono ad essere uomini disoccupati senza relazioni sentimentali. A differenza di quanto si possa pensare abitualmente non si fingono coetanei delle vittime, nonostante tendano a presentarsi come più giovani o con una falsa identità.
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