Il dolore pelvico cronico nelle donne

Secondo l’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore (IASP) il dolore viene definito come “un’esperienza sensoriale ed emotiva associata ad un danno tissutale effettivo o potenziale”.

Il dolore pelvico è un sintomo riferito alla pelvi, ovvero alla zona inferiore del tronco, che corrisponde al bacino. Questa regione confina in alto con l’addome, lateralmente con gli arti inferiori ed in basso con il perineo.

Il dolore pelvico nelle donne produce un enorme impatto sul paziente e può essere collegato al riempimento o svuotamento degli organi pelvici, alla penetrazione, al ciclo mestruale, oppure essere avvertito in modo continuo o scatenato dalla pressione di trigger point.

Può essere caratterizzato da tipo, frequenza, durata, fattori precipitanti, e dalla sede percepita.


Le Sindromi del dolore pelvico


Le sindromi descrivono costellazioni o varie combinazioni di sintomi, ma non possono essere usate per una diagnosi precisa. L’uso della parola sindrome può essere giustificato se c’è almeno un altro sintomo in aggiunta al sintomo preminente usato per descrivere la sindrome.

Importante sottolineare com le sindromi dolorose pelviche siano tutte croniche. Il dolore è il sintomo principale, ma spesso si associano sintomi del basso tratto urinario, intestinali, sessuali o ginecologici.

Il sintomo doloroso prevalente deve guidare nella definizione della sindrome. Le sindromi qui descritte sono anormalità funzionali per le quali non è ancora stata stabilita una causa precisa. Si presume che la valutazione routinaria (storia clinica, esame obiettivo e altre indagini adeguate) abbia escluso patologie locali ovvie come quelle infettive, neoplastiche, metaboliche o ormonali.

Le sindromi possono essere riassunte così:

  • La sindrome dolorosa pelvica
  • La sindrome della vescica dolente o dolorosa (ICS) o del dolore vescicale (ESSIC)
  • La sindrome dolorosa uretrale
  • La sindrome dolorosa vulvare
  • La sindrome dolorosa vaginale
  • La sindrome dolorosa peniena
  • La sindrome dolorosa perineale

L’Eziopatogenesi


L’eziologia e la patofisiologia del dolore pelvico cronico rimangono spesso sconosciute.

Alterazioni aspecifiche degli organi bersaglio e del sistema nervoso possono essere riscontrate senza essere patognomoniche. Non devono comunque essere presenti evidenze di infezione, cancerizzazione o neuropatie specifiche.

Tuttavia il dolore cronico o persistente può indurre cambiamenti del sistema nervoso centrale che possono mantenere la percezione del dolore in assenza di uno stimolo causativo. Questi cambiamenti possono amplificare la percezione di stimoli non dolorosi fino a renderli dolorosi (allodinia) oppure possono accentuare la sensazione di stimoli poco dolorosi (iperalgesia).

I muscoli pelvici possono diventare dolorosi con comparsa di punti scatenanti (trigger).

Può manifestarsi una anomala attività efferente che può produrre alterazioni funzionali come sintomi dell’intestino irritabile o contratture della muscolatura perineale associati o meno ad alterazioni strutturali e ultrastrutturali come flogosi neurogenica.

Queste modificazioni del sistema nervoso centrale possono favorire disturbi psicologici che a loro volta possono influire sulla percezione dei sintomi dolorosi.


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Esercizio Terapeutico


Fattori di rischio del dolore pelvico cronico

Una revisione sistematica di lavori rilevanti presenti in letteratura mondiale riguardante i fattori predisponenti il dolore pelvico cronico nelle donne ha mostrato che sono associati alla dismenorrea:

  • l’età inferiore ai 30 anni,
  • un basso BMI,
  • il fumo,
  • un menarca precoce (< 12 anni),
  • l’oligomenorrea,
  • l’ipermenorrea,
  • la nulliparità,
  • la sindrome premestruale,
  • la sterilizzazione,
  • la malattia infiammatoria pelvica,
  • l’abuso sessuale e sintomi psichici

Non lo sono invece la giovane età alla prima gravidanza, l’attività fisica e l’uso di contraccettivi orali.

La menopausa, la malattia infiammatoria pelvica, l’abuso sessuale, l’ansietà e la depressione si associano alla dispareunia.

L’abuso di farmaci o di alcool, l’aborto, l’ipermenorrea, un pregresso taglio cesareo, la patologia pelvica, la malattia infiammatoria pelvica, l’abuso sessuale e sintomi psichici si associano inoltre ad un aumentato rischio di dolore pelvico cronico non ciclico.


Il dolore nella donna


E’ provato che le donne sono più vulnerabili degli uomini al dolore acuto, intermittente e cronico

La storia personale e altre variabili relative al contesto affettivo e psicosociale possono grandemente modulare questa diversa vulnerabilità di genere.

Esistono dei modelli culturali di dolore genitale con cui la donna si confronta fin dalla più tenera età e che possono in un certo senso condizionare l’aspettativa della comparsa di un dolore in quell’area del proprio corpo. Tra di essi si possono ricordare il dolore legato al parto, la dismenorrea, il dolore legato al primo rapporto sessuale, situazioni che nei racconti espressi dagli adulti e dai coetanei di riferimento della giovane donna in crescita sono spesso enfatizzate, se non addirittura glorificate.


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