I disturbi muscoloscheletrici nel mondo del lavoro

La causa, l’insorgenza e la prevenzione dei disturbi muscoloscheletrici negli ambienti di lavoro


Immaginati mente ti stai chinando.

Un movimento consueto per raccogliere qualcosa da terra e all’improvviso, come una pugnalata alle spalle, un dolore acutissimo ti blocca la schiena. Rimani pietrificato, immobile. Hai appena toccato con mano i DMS, ovvero i disturbi muscoloscheletrici.

Il medico ti prescrive antidolorifici e antinfiammatori. È il famoso “colpo della strega”, dirai ai tuoi colleghi quando tornerai al lavoro. Perché se va bene tornerai al lavoro almeno tra una settimana.

Questa “strega”si nasconde nella vita di tutti i giorni compreso il lavoro: in edilizia, in agricoltura, nel magazzinaggio e in tante altre attività, come anche in ospedale quando si spostano i pazienti non autosufficienti.

Il sollevamento e il trasporto di carichi pesanti logorano la colonna vertebrale giorno dopo giorno e ne minano l’integrità. Così succede anche per le lesioni al polso, al gomito o alle spalle, a causa di movimenti e sforzi ripetuti, operando sempre allo stesso modo in tante lavorazioni. Ma anche stando a lungo nella stessa posizione, spesso in modo incongruo e disagevole, davanti a un video, in un call-center o in un ufficio.

I disturbi muscoloscheletrici da sovraccarico biomeccanico (DMS)


Malattie e disturbi muscoloscheletrici da sovraccarico biomeccanico (in sigla “DMS”) sono assai diffusi tra lavoratrici e lavoratori e costituiscono una delle principali cause di assenza per malattia in molte attività. Quasi il 25% dei lavoratori dell’Unione europea soffre di mal di schiena e il 23% lamenta dolori muscolari. Il 62% dei lavoratori svolge operazioni ripetitive con le mani o le braccia per un quarto dell’orario di lavoro; il 46% lavora in posizioni dolorose o stancanti; il 35% trasporta o movimenta carichi pesanti.

In Italia, secondo alcune stime epidemiologiche, almeno cinque milioni di lavoratori svolgono abitualmente attività lavorative che prevedono la movimentazione manuale di carichi. Fra questi lavoratori, i disturbi e le malattie acute e croniche della schiena sono diffusi più che in altre collettività di lavoro.

Le denuncie in Italia riguardo queste patologie sono state numerose (rappresentano oltre il 62% di tutte le denunce), ponendo le malattie osteoarticolari come le patologie più frequenti dovute all’attività lavorativa.

I settori di attività lavorativa più colpiti sono: agricoltura, trasporti, grande distribuzione. Ma la quantità notevole di denunce deve considerare anche altri settori, quali ad esempio il settore sanità, manufatturiero o edile.

Le conseguenze dei DMS

I DMS e le loro conseguenza sono un fardello importante da sopportare, da un punto di vista sociale ed economico,

  • per i lavoratori, ai quali procurano sofferenza personale e possibile riduzione di reddito;
  • per i datori di lavoro, perché riducono l’efficienza aziendale
  • per il Paese, perché incidono sulla spesa sanitaria e previdenziale.

Ma i DMS non sono un rischio inevitabile.

I datori di lavoro e gli stessi lavoratori possono contribuire a prevenire o comunque a ridurre in buona parte molti di questi problemi applicando ed osservando le norme vigenti in materia di salute e sicurezza e seguendo le indicazioni e le soluzioni disponibili per prassi lavorative corrette che evitino questi rischi. Esistono infatti azioni specifiche da intraprendere per affrontare i DMS in maniera efficace.




Le possibili azioni da seguire per prevenire le DMS


Affinché si possano prevenire e di conseguenza diminuire l’incidenza delle DMS sui luoghi di lavoro, è necessario:

  • in primo luogo, che i singoli datori di lavoro, i lavoratori, le parti sociali e le istituzioni collaborino per risolvere il problema;
  • in secondo luogo, che gli interventi programmati a tal fine tengano in considerazione “l’intero carico esercitato sul corpo”, vale a dire tutte le forme di tensione a cui è sottoposto il corpo, oltre che i carichi trasportati. Possono contribuire, infatti, all’insorgenza dei DMS anche il ritmo di lavoro, un ambiente di lavoro freddo, le difficoltà d’interazione con le macchine o gli strumenti di lavoro, ecc.;
  • infine, se i processi lavorativi lo consentono, che i datori di lavoro si impegnino a reinserire i lavoratori affetti da queste patologie in mansioni adeguate.

Tutto ciò è un richiamo, dunque, all’attenzione sulla responsabilità di adottare azioni preventive da parte dei datori di lavoro, dei lavoratori, dei rappresentanti della sicurezza e delle strutture pubbliche competenti. I datori di lavoro devono impegnarsi concretamente a favore della salute e della sicurezza, adottando tutte le azioni praticabili per prevenire o, quanto meno, ridurre i rischi di patologie muscoloscheletriche. E tutto ciò nel loro stesso interesse: una buona gestione della sicurezza, infatti, fa bene all’azienda ed è indice di un’organizzazione gestita in maniera efficiente.

Inoltre il coinvolgimento e la partecipazione dei lavoratori nelle questioni relative ai rischi sul luogo di lavoro è fondamentale, poiché sono loro a conoscere il luogo di lavoro meglio di chiun- que altro. I lavoratori devono essere informati sui DMS e formati sulle azioni preventive che consentano loro di operare evitando pericoli e rischi specifici.


E la Legislazione?


A livello europeo sono presenti vari obblighi di legge riguardanti, direttamente o indirettamente, la prevenzione dei disturbi muscoloscheletrici. Tali obblighi sono definiti da specifiche direttive emanate dall’Unione Europea al fine di garantire nei paesi membri il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro.

In Italia il provvedimento con il quale sono state attuate la maggior parte di tali direttive è il Decreto Legislativo 626/94, abrogato e sostituito dal Decreto Legislativo 81/08 e s.m.i. .

Tale decreto definisce il “sistema di gestione del lavoro in sicurezza” che deve essere adottato in ogni luogo di lavoro in cui vi sia anche un solo lavoratore dipendente. Tra le più significative disposizioni c’è il richiamo alle condizioni ergonomiche del lavoro affinché, fin dalle fasi di progettazione delle attività, il lavoro, la mansione e i compiti lavorativi siano adattati all’uomo e non viceversa.

I “compiti” del datore di lavoro

Il datore di lavoro deve quindi:

  • effettuare la valutazione di tutti i rischi presenti, inclusi ovviamente i fattori di rischio organizzativi e psicosociali;
  • adottare misure per eliminare i rischi riscontrati e, nel caso questo non sia possibile, contenerli attraverso la meccanizzazione dei processi, l’organizzazione del lavoro, ecc.;
  • fornire ai lavoratori addetti a tali attività informazioni circa il sistema di sicurezza aziendale adottato e la formazione specifica circa i rischi connessi alla mansione svolta;
  • sottoporre a sorveglianza sanitaria i lavoratori addetti, che consiste in accertamenti preventivi e periodici effettuati dal medico competente aziendale.

Le principali patologie e disturbi muscoloscheletrici

I disturbi più comuni tra quelli classificati come DMS sono senso di peso, senso di fastidio, intorpidimento, formicolio, rigidità, dolore a:

  1. rachide (collo e schiena)
  2. arti superiori (spalle, braccia e mani)
  3. arti inferiori (gambe e piedi).

Tali disturbi derivano spesso da affaticamento muscolare, da infiammazione delle strutture tendinee o da una certa degenerazione dei dischi della colonna vertebrale. Anche alcune patologie dell’apparato circolatorio (ad esempio gonfiore degli arti, vene varicose, ecc.) possono derivare da erronei movimenti e/o da posture statiche e prolungate.

Rachide

La struttura portante del corpo umano si chiama RACHIDE ed è costituita da ossa (VERTEBRE) e dischi intervertebrali. Essa ospita al suo interno un’importante struttura nervosa (MIDOLLO SPINALE) da cui partono i nervi che raggiungono le diverse parti del nostro corpo. Sulle vertebre si inseriscono muscoli e legamenti. Fra queste strutture, il disco intervertebrale è quella maggiormente soggetta ad alterarsi laddove la sua funzione è di garantire la flessibilità del rachide nei diversi movimenti nonché sopportare carichi notevoli.

Con l’avanzare dell’età il disco intervertebrale tende a perdere la sua capacità ammortizzatrice: la schiena diventa più soggetta a disturbi, soprattutto a livello lombare. Tale processo è accentuato sia da sforzi eccessivi che dalla vita sedentaria. In particolare, sul lavoro, ciò avviene quando:

  • si sollevano pesi curvando o torcendo la schiena;
  • sirimanealungoinunaposizionefissa(inpiedioseduti);
  • si svolgono attività di traino o di spinta.

Le alterazioni più comuni sono:

  • I becchi artrosici (artrosi)
  • La lombalgia acuta (colpo della strega)
  • L’ernia del disco
  • Le alterazioni delle curve della colonna
    • la scoliosi
    • il dorso piatto
    • il dorso curvo o ipercifosi
    • l’iperlordosi

Gli arti superiori

I disturbi muscoloscheletrici dell’arto superiore riguardano principalmente:

  • la spalla, che è estremamente sollecitata nel corso dei movimenti dell’arto superiore;
  • il gomito;
  • il polso, in cui vi è il tunnel carpale, un canale delimitato dalle ossa del carpo e dal legamento traverso del carpo, all’interno del quale passa il nervo mediano insieme ai tendini flessori delle dita;
  • la mano

I principali disturbi che possono comparire a causa di un NON CORRETTO USO degli arti superiori sono:

  • senso di peso, senso di fastidio, dolore, intorpidimento, rigidità al collo e alla schiena (da posizione di lavoro scorretta e/o mantenuta fissa per lungo tempo);
  • formicolii, intorpidimento, perdita di forza, impaccio nei movimenti, dolore agli arti superiori (da movimenti ripetuti degli arti superiori);
  • caduta spontanea di piccoli oggetti dalle mani, perdita di forza, ecc

Gli arti inferiori

Le più frequenti alterazioni degli arti inferiori connesse con il lavoro riguardano il ginocchio ed il piede.

Le alterazioni più comuni da le DMS sono:

Ginocchio 

  • Le lesioni del menisco
  • La borsite pre-rotulea (ginocchio della lavandaia)
  • La tendinopatia del ginocchio

Piede

  • La talalgia plantare
  • Tendinite di Achille
  • Sindrome del tunnel tarsale

Le patologie degli arti inferiori possono essere provocate da lavori prolungati effettuati in posizione inginocchiata o curva (es. posatori di moquette, parquet e piastrelle). Esse sono inoltre correlate all’intensità e alla durata delle attività che prevedono sollecitazioni ripetute e microtraumi a carico del ginocchio e del piede (salti, salita e discesa di gradoni, ecc.).

Molti lavori nell’industria, in cui è impegnata soprattutto manodopera femminile (addetti a catene di montaggio, all’assemblaggio, al confezionamento, al data entry, cassiere, ecc.) richiedono l’assunzione di una posizione di lavoro fissa, cioè con poche possibilità di cambiamento e spesso associata a movimenti ripetuti degli arti superiori e/o inferiori.

La prevenzione delle DMS

I disturbi muscoloscheletrici si possono prevenire innanzitutto attraverso l’eliminazione delle cause meccaniche che li determinano, attraverso l’inserimento di procedure volte alla meccanizzazione e automazione dei processi.

Ove questo non sia tecnicamente fattibile, si deve ridurre o contenere il rischio il più possibile attraverso l’utilizzo di opportuni ausili meccanici, l’applicazione dei principi ergonomici alle postazioni e alle procedure di lavoro, un’appropriata organizzazione del lavoro (pause, turnazioni, ecc.), opportune modifiche delle strutture e delle attrezzature.

Obbligo del datore di lavoro è effettuare questo tipo di interventi a completamento dei quali deve altresì fornire ai lavoratori un’appropriata informazione e una specifica formazione sui rischi presenti nell’attività lavorativa.

Questi adempimenti sono previsti affinché i lavoratori possano assumere un ruolo attivo nell’adozione di comportamenti sicuri nelle attività lavorative.

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